Una fattoria piena di animali esotici

«Sogno che diventi una struttura didattica»
Damiano Prizzon va a lavorare con la sua Renault Trafic nera, comprato due anni fa. E con lui c'è sempre quella che definisce l'«inseparabile compagna», Genna, pastore d'oropa di un anno.  Il furgone è attrezzato con tutto il necessario: modelli di ferri, saldatrici, trapani, resine, grassi, medicinali, la forgia a gas, che arriva a 800-900 gradi di calore. Damiano infatti fa le ferrature a caldo, negli ultimi anni poco utilizzate, che permettono allo zoccolo di prendere meglio la forma e disinfettano da micosi e batteri.  Ma Damiano non ama solo i cavalli. A Rivamaor, sotto Visome, dal 1999 ha un'azienda agricola registrata a suo nome. Lui la chiama «fattoria del Piave». E lì ci sono animali che non ci si aspetterebbe di trovare, tenuti con molta cura, in un ambiente davvero pulito: uccelli esotici, pecore, asini, tartarughe (compresa una "testudo marginata", tartaruga di terra, che ha 40 anni), maiali vietnamiti, caprette, oche, galline, conigli, cincillà, porcellini d'India. Ma anche un lama femmina di sei mesi, Cleo, presa in un circo, e una coppia di puzzole (sghiandolate, che non emettono quindi la "famosa puzza") con un piccolo nato da poco.  È Damiano ad avere costruito tutto, recinzioni comprese. Passa tutte le sere (e tutti i fine settimana), finita la giornata da maniscalco, ad accudire i suoi animali. «Gli animali hanno tutto lo spazio necessario», spiega il giovane maniscalco, «ho creato recinti molto ampi e anche le voliere sono parecchio grandi. Se si tengono animali bisogna trattarli bene. Ovviamente di questa attività non posso vivere, ma è una passione».  E il sogno di Damiano è poter realizzare nella sua azienda agricola una fattoria didattica per le scuole, anche se i tempi solo lunghi e c'è troppa la burocrazia.  Nella fattoria c'è anche il cavallo di razza paint Icaro e, un po' più un là, Diablo, il frisone che accompagna il suo padrone nelle fiere, come l'Agrimont di Longarone.  Damiano si illumina mentre parla del proprio lavoro e spiega la fisiologia dello zoccolo del cavallo: «Ha 600 lamine e 250 tubuli. Un'altra parte fondamentale è la "forchetta" o "fettone", chiamata anche "cuore succenturiato", proprio perché funziona da piccola pompa, quando il cavallo cammina, per irrorare il sangue dalle zampe a tutto il corpo. Una struttura creata dalla natura in modo incredibile». (m.r.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi