Un segno di pace nel monumento agli eroi del Cauriol

Nell’opera il fucile è rappresentato sotto i piedi del soldato Il generale Allio: «Lo scultore Bottegal era contro la guerra»

FELTRE. Quarant’anni fa – negli anni difficili della contestazione, delle proteste studentesche, degli alpini del Battaglione Feltre mandati a fare ordine pubblico fino in Abruzzo – alla Zannettelli fiorì un messaggio di pace: un monumento dedicato ad un episodio bellico che lanciava un monito contro la guerra, con un fucile rappresentato in basso, sotto i piedi di un alpino.

Il monumento è quello, dedicato all’eroica impresa del Feltre e del capitano Nasci sul monte Cauriol, che per anni ha adornato la Zannettelli e che ora fa bella mostra di sé nella nuova piazza di Farra dedicata proprio al Battaglione Feltre. E a rivelare l’episodio, ricordando la genesi di quel monumento, sono stati ieri mattina i protagonisti della sua realizzazione: il generale in congedo Davide Allio Monteforte D'Alpone, in quei primi anni Settanta comandante della Zannettelli, e l’allora scultore esordiente Antonio Bottegal, oggi affermato artista.

«Bottegal mi volle confessare la sua avversione per la guerra», ha raccontato il generale Allio durante il momento di riflessione e di ricordo dei caduti alpini in Afghanistan che ha aperto la giornata delle penne nere, «rappresentata dal fucile sotto il piede dell’alpino che sale. Io fui d’accordo, e approvai».

Il generale Allio, a fianco dello scultore Bottegal, ieri ha così ripercorso poi tutte le altre tappe che dal bozzetto portarono alla realizzazione dell’opera: dalla scelta del porfido all’incarico ad una squadra di alpini di portare a valle un blocco di pietra adatto, «un monolito di oltre una tonnellata», ha ricordato Allio, che le penne nere riuscirono a caricare su un mezzo e a trasportare a Feltre, «dimostrando che per gli alpini nulla è impossibile». Fino alle vicende seguite alla dismissione della caserma Zannettelli e al rischio che il monumento venisse disperso, per arrivare alla sua collocazione nella nuova piazza di Farra.

E lì, nella piazza dedicata proprio alle penne nere del Feltre, ieri mattina è stato dedicato un minuto di silenzio alle penne nere cadute in Afghanistan, con il presidente della sezione alpina, Carlo Balestra, che ha sottolineato come «l’Ana feltrina non dimentica gli alpini in armi».

A far da corona alla cerimonia c’erano i gagliardetti dei gruppi alpini, il gonfalone della sezione, le associazioni d’arma assieme alle autorità militari e a quelle civili, rappresentate dal sindaco Paolo Perenzin e dal parlamentare bellunese Federico D’Incà.

Poi, dalla nuova piazza di Farra, gli alpini hanno sciorinato gli striscioni e si sono disposti in ordine per iniziare la marcia verso la Zannettelli e il centro della città, con lo sfilamento che ha coronato l’intenso fine settimana alpino dedicato al Battaglione Feltre.

Stefano De Barba

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