Un pugno e due fratture? «Non l’ho manco toccato»

FELTRE. Un pugno in faccia? La prognosi per un feltrino è stata superiore ai 40 giorni, ma l’imputato di molestie, lesioni personali aggravate e minacce - S.S le sue iniziali - ha detto di non...

FELTRE. Un pugno in faccia? La prognosi per un feltrino è stata superiore ai 40 giorni, ma l’imputato di molestie, lesioni personali aggravate e minacce - S.S le sue iniziali - ha detto di non averlo neanche toccato. Era l’8 luglio di due anni fa, fuori da un locale del Boscariz. E allora come è possibile che il certificato medico parli di trauma cranio-facciale con fratture allo zigomo e alla mascella sinistri? E davvero lo ha minacciato, dicendogli «io sì che ti rendo handicappato del tutto»?

L’avvocato di parte civile Faoro ha chiesto e ottenuto dal giudice Coniglio di sentire il dottor Cestaro, lo psichiatra che ha in cura la persona offesa, mentre il difensore Perco vuole vedere tutti i certificati medici dei Pronto soccorso di Belluno e Feltre, perché la stessa avrebbe avuto problemi con l’alcol, oltre che di salute. Bisogna capire se è attendibile o se ha la tendenza a mentire.

Nell’udienza di ieri mattina, ha accusato di dire bugie la donna che quella sera gli ha servito degli aperitivi e che è già stata ascoltata. Prima di cena, era da solo in quel locale e ha raccontato di essere stato molestato dall’imputato, che avrebbe detto e ripetuto più volte il suo nome o soprannome con un tono canzonatorio. Ma sarebbe anche stato seguito all’esterno fino a quando si sarebbe sentito una mano su una spalla, prima di ascoltare quella frase sull’handicappato e vedersi sferrare un pugno in faccia. A quel punto, sono intervenuti alcuni amici per trattenerlo e fermarlo. È andato in Pronto soccorso qualche giorno dopo l’accaduto, perché era fin troppo avvilito.

Perco ha tentato di minare la sua credibilità con una serie di domande sugli alcolici, in particolare su un ricovero con l’ambulanza da un bar di fronte. Una circostanza, questa, che l’uomo ha spiegato con una malattia di cui soffre.

L’imputato ha sostenuto di non aver cominciato e ammesso di aver bevuto della birra. È stato l’altro a dirgli che non meritava di avere una figlia, in ogni caso sarebbe stato meglio occuparsene, invece che essere lì. Per il resto, non è successo niente. Non l’ha seguito né toccato, tanto meno l’ha aggredito, premesso che gli viene contestata la recidiva nei cinque anni successivi a un’altra condanna. Si è limitato a invitarlo ad andarsene a casa.

Di fronte a delle versioni così discordanti, Faoro ha chiesto di poter sentire lo psichiatra e la controparte di avere i certificati. Il giudice è la prima a dover capire realmente cosa sia successo, durante quella sera d’estate e ha fissato l’udienza del 5 febbraio, per ascoltare lo psichiatra feltrino e fare le necessarie valutazioni, prima delle richieste del pubblico ministero Rossi, della parte civile e della difesa.

Gigi Sosso

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi