Un piede di porco trovato nel recinto dell’autodemolizioni

BELLUNO. Sequestrato un piede di porco. Era servito ai ladri, per forzare prima una lamiera sul finestrone dell’autodemolizioni Sommacal e poi la porta interna, dopo aver tagliato due reti di...

BELLUNO. Sequestrato un piede di porco. Era servito ai ladri, per forzare prima una lamiera sul finestrone dell’autodemolizioni Sommacal e poi la porta interna, dopo aver tagliato due reti di recinzione con delle cesoie.

I poliziotti della questura che stanno facendo le indagini sul furto della notte tra mercoledì e giovedì, su delega della procura della Repubblica, sperano di poter trovare sull’attrezzo da scasso qualche impronta utile a individuare i ladri di oltre 60 catalizzatori esausti, estratti da altrettante marmitte catalitiche. L’inventario più aggiornato, nella struttura di via Tiziano Vecellio ha fornito questo numero: manca anche una mola da smeriglio, che è stata portata via.

Non sono stati trovati contanti nella cassa e allora i ladri hanno deciso di appropriarsi di qualcosa, per procurarsene degli altri. Perché rubare dei catalizzatori esausti, che apparentemente possono valere pochi euro, dopo essere serviti come filtri per le emissioni dei gas di scarico? L’attrattiva sta nel fatto che contengono del platino, un metallo più prezioso dell’oro, che si vende a una trentina di euro al grammo. E poi rodio e palladio, che sono degli altri metalli nobili. Non sono molti coloro che ne conoscono l’esistenza e, di conseguenza, ne riconoscono il valore. Tutta un’altra cosa, rispetto al molto più popolare rame dei cavi elettrici.

I ladri sarebbero passati per gli stessi buchi che avevano aperto con i forbicioni e sono fuggiti a bordo di un veicolo che avevano lasciato all’esterno, con un bottino che è stato quantificato in circa 3 mila euro. Sarebbe strano se si fossero avventurati in città, ma anche a Ponte nelle Alpi non mancano le telecamere della videosorveglianza in grado di leggere una targa e fissarla nelle immagini. Le indagini sono in corso, anche sulla base di diversi fatti analoghi che si sono verificati in passato nei campi di recupero della provincia e hanno interessato quegli stessi catalizzatori, che non considereresti mai così preziosi.

Era già successo a Busche, mentre pochi giorni fa c’è stato solo un tentativo all’Autodemolizioni Cadore di Perarolo e qui indagano i carabinieri. In altre località, si sono dotati di sistemi di allarme. (g.s.)

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