Un nuovo sentiero lungo il Corlo

Il bosco e l’abbandono lo avevano reso impraticabile, l’amministrazione e l’associazione Arsedese lo hanno rimesso a nuovo. Sistemato coi finanziamenti europei del Piano di sviluppo rurale e inaugurato ieri pomeriggio, il vecchio sentiero che costeggia la sponda sinistra del lago del Corlo è tornato a essere praticabile. Ci vogliono una o due ore per fare tutto il percorso, a seconda del ritmo di camminata. Cinque chilometri immersi nella natura con le pendici della montagna da un lato, lo specchio d’acqua dall’altro. Tutta un’altra prospettiva. Il tracciato parte dal ponte di Polo e arriva fino ai Giaroni passando per frazione le Coste, isolata da oltre 50 anni e attualmente composta da una decina di fabbricati tutti purtroppo disabitati. L’ideale sarebbe rilanciare l’interesse turistico di questa sponda del lago approfittando della riqualificazione del sentiero naturalistico, pressoché incontaminato, tanto che in certi periodi dell’anno si possono anche intravvedere i cervi. In un anno di lavori sono stati effettuati scavi e movimenti di terra sul precedente piano del sentiero per un ammontare di 100 mila euro. Mancano ancora bacheche didattiche e alcune panchine nei punti di sosta del percorso, ma l’intenzione è di installarle a breve. L’associazione Arsedese vincitrice del finanziamento e presieduta da Vittorino Dalle Mule ora attende gli altri fondi del prossimo Piano di sviluppo per concludere l’anello paesaggistico attorno al lago, nel tratto che va dall’area Campagnola all’hotel Parigi. «Con questo intervento il lago di Arsiè otterrà una grande spinta promozionale», ha sottolineato il vicepresidente della Cmf Livio Scopel subito dopo il taglio del nastro, «e sarà un’occasione per valorizzare i collegamenti tra il lago di Arsiè e il massiccio del Grappa». Presente all’inaugurazione anche il sindaco di Cismon del Grappa Luca Ferrazzoli, che ha sottolineato l’importanza della sincronia tra i comuni di confine come Arsiè, Seren del Grappa e Cismon che altrimenti rischiano di diventare zone marginali della provincia. Importante anche la partecipazione dei privati, soprattutto di questi tempi in cui le casse dei comuni non danno garanzie nemmeno per gli interventi più urgenti.
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