Un fondo passato da Brancher a De Menech

BELLUNO. A suonare il campanello d’allarme furono proprio i comuni di confine, Lamon in testa, che uno dopo l’altro scossero il Bellunese con i referendum per il passaggio alle province a statuto...
BELLUNO. A suonare il campanello d’allarme furono proprio i comuni di confine, Lamon in testa, che uno dopo l’altro scossero il Bellunese con i referendum per il passaggio alle province a statuto speciale. Fu Enrico Letta, nel 2007, a dare un primo segnale in questa direzione istituendo un primo fondo statale. Il secondo passo di questa strada - che oggi vede arrivare 34,5 milioni di euro all’anno nella sola provincia di Belluno - è stato fatto dall’allora governatore del Veneto Giancarlo Galan, che firmò un accordo con Trento per progetti intercomunali, di interesse comune. E infine venne il fondo Brancher, o Odi. Correva l’anno 2011 ma assegnava risorse già per l’annualità 2010. Per questa svolta fu fondamentale la trattativa portata avanti dall’allora ministro Roberto Calderoli con le province autonome di Trento e Bolzano. In seno agli “accordi di Milano”, che riguardavano questioni finanziarie tra lo Stato e province autonome, venne deciso che queste avrebbero destinato 40 milioni di euro all’anno, ciascuna, ai comuni con esse confinanti: 48 municipi sparsi fra Veneto e Lombardia. Quindici sono in provincia di Belluno: Arsiè, Auronzo di Cadore, Canale d’Agordo, Cesiomaggiore, Comelico Superiore, Cortina d’Ampezzo, Falcade, Feltre, Gosaldo, Lamon, Livinallongo del Col di Lana, Rocca Pietore, Sovramonte, Taibon Agordino e Voltago Agordino. Il Fondo Brancher istituì la sua sede a Verona. Le promesse erano allettanti ma il fondo faticò ad entrare in funzione, tra problemi politici e burocratici. Il territorio bellunese - ed in particolare le associazioni di categoria - colse però l’occasione per interrogarsi su queli fossero le sue priorità. Ha scelto invece Trento - con la promessa di un’alternanza con Bolzano - il Fondo Comuni Confinanti istituito nel 2014. Un passaggio che ha portato non poche novità, a partire da chi ha diritto di sedere al tavolo del Comitato paritetico, che oggi vede anche la partecipazione della Provincia di Belluno. L’intesa assegna ai comuni confinanti una quota fissa, 500 mila euro all’anno, destinando le ingenti quote rimanenti a progetti di carattere stategico. L’attuale presidente è Roger De Menech.


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