Un drone ha fotografato l’intera area
PONTE NELLE ALPI. È arrivato pure un drone, ieri pomeriggio, che ha sorvolato la frana per fotografarla anche dall’alto. «Ce lo ha prestato un professionista» spiega l’assessore Mansotti che ha passato la giornata nella zona di Paradisi. «Sono foto che ci consentono di capire meglio la situazione». In sopralluogo nel pomeriggio è arrivato anche il presidente dell’Unione Montana Orlando Dal Farra.
L’amministrazione di Ponte riceverà questa mattina la relazione del geologo Luca Salti che ha monitorato la frana, misurandola e cercando di comprendere le cause di questo improvviso crollo. Non è un luogo da frane storiche, quello, ma siamo in Val Cantuna, vicino all’Alpago dove non mancano certo le grandi frane.
«Il problema è dato dal ponte, che è lesionato - spiega Salti - e poi ci sono le opere idrauliche, come le briglie, da salvaguardare. La gestione di questa frana non è facile, perchè è molto grande e in movimento. Occorre mettere in ordine la circolazione delle acque, per evitare che la frana continui ad essere alimentata dall’acqua del torrentello».
Bisogna anche tenere conto dell’inverno appena passato: in due mesi è caduta la metà dell’acqua di un anno. E questa situazione ha messo in movimento frane come quella di Cornei, quella di Chere sopra Trichiana, o quella di Col Falcon a Sovramonte.
«Non è una frana storica, ma la zona è delicata. Non è veloce, qualche centimetro all’ora». Ieri sera sembrava che il movimento si fosse rallentato, ma è una frana che fa veramente impressione: si vedono gli alberi tutti piegati, si sentono i rumori dei tronchi che si spezzano, si vedono l’acqua sporca e il fango che arrivano fino alla strada.
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DELLA FRANA DI PARADISI
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