Un collegamento che raccoglie consensi

AURONZO. Raccoglie consensi l'appello di Aldo Corte Metto a favore di un collegamento sciistico fra Auronzo e il Comelico. Dalle colonne del “Corriere delle Alpi”, il giovane membro del consiglio di amministrazione della società Auronzo d'Inverno, nonché responsabile marketing del Consorzio turistico Auronzo Misurina & Centro Cadore, aveva svelato ieri il suo sogno: poter collegare anche Auronzo al Giro delle Cime realizzato dalla Sextner Dolomiten dell'imprenditore pusterese Franz Senfter, già adesso attivo con qualche tratto in skibus e che, fra un paio d'anni, consentirà di partire da Padola ed arrivare, sci ai piedi, fino a Versciaco in Pusteria. Un progetto ambizioso, ma necessario, «senza il quale», aveva detto Corte Metto, « Auronzo rischia infatti l'isolamento perché gli sciatori oggi prediligono i caroselli con lungo chilometraggio, rispetto alle piccole stazioni sciistiche come Monte Agudo».
L'idea prospettata, insomma, sarebbe quella di una cabinovia che, partendo da Auronzo zona Villapiccola, raggiungesse il passo di Sant'Antonio, consentendo poi con una pista ed un impianto di risalita di collegarsi con Padola, e da qui proseguire sciando verso Passo Monte Croce, Croda Rossa e Monte Elmo.
Grande interesse dei consiglieri regionali. « I collegamenti intervallivi sono più che opportuni e laddove sono stati realizzati hanno dimostrato di essere un valore aggiunto», commenta al proposito Matteo Toscani, vice presidente del consiglio regionale del Veneto, « ma certamente deve essere il territorio ad avanzare una proposta concreta e condivisa. Bisogna capire, insomma, se la popolazione è favorevole, perché altrimenti è inutile discuterne. Ma se il consenso c'è, ed intendo quello dei residenti, delle amministrazioni locali, delle Regole, ma anche degli ambientalisti; le soluzioni ed i soldi poi si trovano anche con questi chiari di luna. E se le idee sono chiare, la Regione stessa, secondo me, può avviare l'operazione con fondi europei; per quanto riguarda poi il Piano neve, che qualcuno vede come un limite, in realtà è soltanto uno strumento a disposizione del territorio, non una carta intoccabile». Dello stesso avviso Sergio Reolon, consigliere regionale del Partito Democratico. «Non ho mai sentito parlare prima di questa possibilità, ma io credo che vada affrontata se i residenti la ritengono praticabile ed utile al territorio. Ovviamente si tratta di passare dall'idea al progetto, di fare tutte le verifiche del caso, di controllare l'impatto ambientale di una simile scelta e poi di mettersi concretamente attorno ad un tavolo. Senza preclusioni».
« Idea sacrosanta», riprende Dario Bond, esponente in consiglio regionale di Forza Italia, «da capire bene nell'ambito di un masterplan dei collegamenti sciistici. Al momento è fuori dal Piano neve, però nulla toglie che si possa fare una variante. Da parte mia garantisco il massimo sostegno, perché è proprio nei momenti di crisi che bisogna avere la forza e la visione per guardare avanti, anche con progetti ambiziosi; anzi questa idea va messa subito in agenda per capire come inserirla nei finanziamenti europei con orizzonte 2020, ed anche nei prossimi fondi Brancher cui Auronzo ha diritto come Comune di confine. E lo dico non solo per lo sci da discesa: pensiamo a cosa potrebbe rappresentare un collegamento del genere per lo sci di fondo sul passo di sant'Antonio e per i percorsi da trekking e da mountain bike in estate.”
Il parere di un imprenditore. «Aldo Corte Metto pone un problema vero», sottolinea Aldo Molin, noto imprenditore di Auronzo e per 22 anni alla guida della società Auronzo d'Inverno, «perché qui, se si rimane da soli, si muore e basta. Questo è il punto. Poi, entrando nello specifico, ricordo che prima ancora di avviare le piste di monte Agudo venne presa in considerazione l'ipotesi, negli anni '50, di fare le piste verso il passo di Sant'Antonio. Allora non venne ritenuta praticabile per l'esposizione al sole di quel versante e la conseguente difficoltà di garantire la migliore sciabilità. Ma oggi, a quanto ho capito, si tratterebbe di fare una cabinovia per portarsi al passo di Sant'Antonio e sciare poi dalla parte del Comelico, fino a Padola e da qui congiungersi con la Pusteria. Vedremo. Io comunque sono d'accordo che il paese deve darsi una mossa, l'immobilismo di certo non premia».
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