Un carbonaz in casa: chiuso in una stanza

Il padrone di casa chiama i vigili del fuoco in via Mameli e il rettile catturato viene portato sul Piave

BELLUNO. Violazione di domicilio da parte di un carbonazzo. Un carbonàz, in dialetto bellunese. Uno di quei lunghi serpenti neri, che non mordono tanto meno stritolano, ma non sono comunque ospiti graditi nelle case private. Non è il loro habitat, anche se evidentemente ci stanno benissimo e sembra quasi che si divertano a spaventare i cristiani residenti. La coppia che abita in via Mameli se n’è visto improvvisamente uno in salotto e il capofamiglia ha avuto la prontezza di chiuderlo nella stanza, prima di mettersi al sicuro.

Non un sequestro, ma poco ci è mancato, del resto non è che ci fossero chissà quante alternative.

La mossa successiva è stata ancora più azzeccata: una telefonata al 115 dei vigili del fuoco. Buoni per tutte le occasioni e attrezzati anche per questo tipo di situazioni.

Un equipaggio è arrivato con un mezzo attorno alle 15 ed è cominciata la caccia a questa biscia, che non ne voleva sapere di essere catturata. Non c’erano bambini in casa ed è stata solo una questione tra i pompieri e questo serpente, che alla fine è stato catturato e depositato in uno di quei sacchetti in tinta, che fino a qualche tempo fa erano utilizzati per la raccolta dei rifiuti solidi urbani indifferenziati.

Incassati i complimenti dei padroni di casa, i vigili hanno studiato velocemente il luogo in cui avrebbero potuto depositare il rettile senza problemi e hanno deciso per un posto molto più adatto: le grave del Piave. Nel frattempo, la tranquillità era tornata in quella villa con due appartamenti circondata da un giardino, nella frazione cittadina di Cusighe.

Il fatto che i serpenti più innocui s’introducano nelle case non è nemmeno tanto infrequente. Sempre ieri un esemplare di “anda” si è intrufolato nella portineria dell’ospedale di Feltre. (g.s.)

Argomenti:serpente

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi