Un capo di gabinetto per il sindaco, è polemica
L’opposizione denuncia la creazione di un ulteriore incarico di staff: «È inopportuno mentre si rincarano le tariffe per i cittadini»

In arrivo un capo di gabinetto per il sindaco Oscar De Pellegrin. Costerà circa 20mila euro all’anno, avrà un contratto da funzionario (categoria D del contratto nazionale) e sarà scelto direttamente dal sindaco. Ma per avere questa figura in organico il Comune dovrà rinunciare a sostituire uno dei dipendenti che entro fine anno andranno in pensione. E la minoranza tuona: «Questa giunta ha appena rincarato le tariffe dei servizi ai cittadini, ma trova le risorse per questa figura. Ci sembra del tutto inopportuno in questo momento in cui si chiede alle famiglie di pagare di più per molti servizi».
Il caso è scoppiato perché all’albo informatico non risultava pubblicata una delibera, richiamata però della determina del 5 ottobre dal titolo “Avviso per il conferimento di un incarico... per l’ufficio di staff del sindaco. Approvazione schema”. A pagina 2 si richiama la delibera 184, approvata dalla giunta il 27 settembre (non pubblicata all’albo), con quale è stata istituita una apposita e autonoma “Unità Organizzativa di supporto alle attività del sindaco”, da collocare nel suo staff, con compiti ben precisi. Li elenca Jacopo Massaro, nella conferenza stampa con tutta l’opposizione consiliare.

«Questa figura dovrà supportare il sindaco nell’esercizio delle funzioni proprie di indirizzo e di controllo; fornire supporto politico-amministrativo nei rapporti con gli organi esterni del Comune; curare i rapporti, a prevalente contenuto politico, con i rappresentanti di organismi locali, nazionali e internazionali nonché con le associazioni; ogni altro compito di supporto all’assolvimento delle proprie funzioni, attribuito dal sindaco purché a contenuto non gestionale. È legittimo avere questa figura in organico, ma si deve rinunciare a sostituire uno dei dipendenti del Comune che andrà in pensione ad esempio. Mancano vigili urbani, assistenti sociali, personale in molti uffici. E poi c’è il costo».
Fatti due calcoli, perché nella determina non sono dettagliati gli importi, Massaro e Lucia Olivotto stimano che serviranno fra i 18 e i 20 mila euro all’anno. L’incarico prevede un part-time al 50%, ovvero 18 ore settimanali. Fra i papabili potrebbe esserci Stefano Perale, vista la sua vicinanza al sindaco e la sua presenza fedele in tutta la campagna elettorale e nei giorni successivi all’elezione.
«È del tutto inopportuna questa scelta in questo momento», aggiunge Massaro. «Questa giunta ha appena aumentato le rette in casa di riposo, ha aumentato i costi dei pasti nelle mense scolastiche non rinnovando la quota di calmieramento che avevamo messo noi, ha ridotto di 51 mila euro la spesa per i servizi educativi. A cosa serve un consulente politico quando ci sono nove assessori (oggi anche con un’indennità ragguardevole) e venti consiglieri comunali?».
Lucia Olivotto ha chiesto subito spiegazioni sulla mancanza della delibera all’albo: «Mi è stato risposto che non è ancora pronta per la pubblicazione», spiega. Quelle successive, in ordine cronologico, sono regolarmente pubblicate. «A noi veniva sempre contestato che eravamo nove assessori, qui viene aggiunta una figura ulteriore», rimarca la capogruppo di Insieme per Belluno Bene Comune. «L’assessore Gamba sottolinea sempre le difficoltà del bilancio, questa operazione lascia perplessi».
Contrariato anche Giuseppe Vignato, per la «mancanza di trasparenza. Con questa finta segretezza si punta a sistemare qualche amico, nel rispetto probabilmente di accordi pre elettorali. Ci vuole rispetto per i cittadini».
L’opposizione andrà a fondo. Olivotto annuncia che depositerà un’interrogazione «per chiedere conto della scelta e del motivo per cui la delibera non sia ancora pubblicata all’albo».
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