Un alloggio ai neo dottori che lavoreranno a Feltre

Cinque camere sono state ristrutturate, in arrivo elettrodomestici e accessori La formula sarà quella del comodato per non gravare i giovani medici dell’affitto

Laura Milano / feltre

Mancano gli ultimi dettagli, come tende, televisioni, forno a microonde e macchinette per il caffè, e poi entro un paio di settimane gli alloggi sopra la pediatria in padiglione Gaggia Lante, saranno pronti a ospitare giovani medici disponibili a lavorare per il Santa Maria del Prato. L’Usl Dolomiti ha praticamente terminato gli adeguamenti agli impianti e la realizzazione di nuovi servizi igienici per cinque camere di cui due doppie e tre singole.

L’idea di poter dare in comodato un alloggio confortevole a specializzandi, se e quando saranno autorizzati al lavoro ospedaliero, e a specializzati di primo pelo, era venuta a Carmen Mione, presidente dell’Ail, che ha fatto la proposta a Feltre e ha subito incassato il parere favorevole del direttore medico Marianna Lorenzoni. Così, dopo un sopralluogo da parte dell’ufficio tecnico alla fine dell’anno scorso, si è presa in mano la situazione e si è dato avvio ai lavori.

L’Ail con la generosità nelle donazioni agli ospedali che connota l’associazione, ha investito oltre ventimila euro per l’arredamento delle stanze della foresteria. Mancano solo le “finiture”, dice la presidente Carmen Mione che già la prossima settimana porterà le tende e le farà montare, e gli elettrodomestici di uso comune. «Il nostro è un segnale forte per favorire l’accoglienza di giovani medici e incentivarli a rimanere nel nostro territorio», ripete ancora una volta Carmen Mione. «Mi auguro che questo ragionamento possa essere fatto anche per l’ospedale di Belluno. Anche in questo caso e per queste finalità, l’associazione è disposta a intervenire».

I neolaureati al primo impiego non guadagnano più di millequattrocento euro al mese e non possono permettersi di pagare anche l’affitto di una casa, ha già avuto modo di sottolineare Mione ricordando il caso di una giovane dottoressa specializzata in pediatria che aveva detto di no a un incarico professionale a Feltre perché non poteva permettersi un affitto da seicento euro. Ma nemmeno l’Usl Dolomiti con la carenza endemica di medici che c’è, può permettersi di lasciarseli scappare. Così da cosa è nata cosa.

L’azienda sanitaria ha fatto la sua parte. «L’Usl si è data da fare per mettere a disposizione dei professionisti queste stanze», spiega il direttore generale Adriano Rasi Caldogno. «Ci saranno altre categorie inserite nel regolamento per la cessione in comodato, come medici e personale di comparto che per questioni contingenti, come le calamità naturali o per problemi di logistica, avranno bisogno di un posto letto».

Gli alloggi saranno offerti in comodato d’uso. Agli occupanti sarà richiesta una compartecipazione finanziaria sui consumi. «La politica di attrazione di professionisti disponibili a venire a lavorare nel Bellunese», spiega poi il dg Rasi Caldogno, «era stata avviata, prima dell’emergenza, e sarà ripresa. Quello che possiamo fare è di agevolare i medici offrendo dei locali per evitargli spese che faticano a sostenere».

Un affitto abbordabile, ad esempio, è quello che pagherà Giulia Sorarù per l’ambulatorio di Lamon, inserito nel presidio ospedaliero. Alla giovane professionista che ha cominciato a lavorare il primo giugno, dopo il pensionamento di Rosanna Caneve, con incarico a dodici mesi, è stato applicato un canone di 230 euro al mese, tutto compreso. —



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