Tutela del reddito, pensionati in rivolta

BELLUNO. Pensionati in rivolta per ottenere maggiori tutele per il loro reddito e per dire «basta ad essere considerati una cassa per il Paese».
Per questo le sigle sindacali dei pensionati tornano a mobilitarsi unitariamente anche a Belluno e in Veneto per far sentire la loro voce: la riduzione delle tasse prevista dall'ultimo decreto legge, cosiddetto Oraics, doveva toccare anche loro.
Fino al 15 maggio, quindi, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, faranno firmare ai pensionati delle cartoline con le richieste dei sindacati, da consegnare al presidente del Consiglio Matteo Renzi. L'obiettivo su scala nazionale è raccoglierne due milioni.
Non solo, visto che il premier è molto prolifico sui social network, i pensionati lanciano l'hashtag #nonstiamosereni: se è vero che Renzi sta mettendo in campo iniziative positive, è anche vero che non può esimersi dal confronto con chi rappresenta le fasce deboli della società, in cui ormai rientra anche il ceto medio duramente colpito dalla crisi.
Il decreto legge Oraics riduce l'Irpef tanto da consentire un aumento in busta paga di 80 euro al mese per i dipendenti con un reddito fra gli 8mila e i 24mila euro l'anno, mentre un'azione positiva verso gli incapienti (reddito inferiore agli 8mila euro l'anno) è stata rimandata.
Ebbene, su 64 mila pensionati in provincia di Belluno (pari al 30.76% della popolazione) il «52% percepisce un’indennità inferiore o uguale a 500 euro», precisa Gianvittore Maccagnan segretario della Fnp Cisl.
«Noi vogliamo lavoro, sviluppo e occupazione, ma anche una maggiore tutela del reddito visto che negli ultimi 15 anni le pensioni hanno subito una riduzione del 38% del loro potere di acquisto, ma anche che venga applicata la legge sulla non autosufficienza rimasta ad oggi lettera morta, e anche un welfare più solidale, per cui chi ha di più dia anche di più».
E così il «3 maggio a Belluno, il 6 a Feltre, il 7 ad Agordo e Tai di Cadore, il 10 maggio a Puos d’Alpago, ci saranno i nostri banchetti al mercato per distribuire e far firmare tra la gente le cartoline che chiedono un intervento del governo anche sui pensionati», precisa Renato Bressan segretario dello Spi Cgil.
«Siamo la provincia con più pensionati sulla soglia della povertà», rincara la dose anche Carla Strapazzon della Uil pensionati, «ma qui c’è una povertà dignitosa, nonostante tutte le proteste, ad esempio, per le bollette dell’acqua, i nostri pensionati si sono privati di altro per pagare quanto dovuto, segno che sanno fare i sacrifici. Per cui chiediamo che questo venga loro riconosciuto e si migliorino almeno i servizi se non le pensioni». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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