Turismo lento e camminatori Torna il Festival della viandanza

FELTRE
Incrociare il binomio natura e coltura con una rete di ospitalità per ridare fiato e sostegno a una serie di attività economiche diffuse sul territorio che auspicano una ripartenza con possibilità di fruizione reale e concreta.
È la strategia che sta dietro la volontà di rimettere in calendario nel 2021 (dopo il successo del 2019) il “Festival della viandanza”.
«Sulla scorta dei nuovi scenari innescati dalla pandemia, si ritiene quanto mai attuale riproporre l’iniziativa per promuovere la pratica del camminare e del viaggiare a piedi non solo in chiave salutistica ma anche come mobilità lenta e consapevole di viaggiare», è l’opinione dell’amministrazione: «Modalità ideale per conoscere realmente i territori attraversati e per entrare in relazioni “calde” con le comunità degli abitanti».
Secondo la visione della giunta questa vuole essere, tra l’altro, la principale connotazione turistica del territorio di Feltre: interstagionale, attraverso forme di ospitalità diffusa, sostenibile in un contesto integrato di valori storici ed ambientali.
C’è voglia di ripartire e il 31 dicembre, quando si trattava di prevedere gli ultimi impegni di spesa con i soldi del 2020, è stata messa lì una cifra per la realizzazione del Festival della viandanza, che è di circa 30 mila euro ma è ancora indicativa, perché dipenderà dal programma. Si pensa al periodo di ottobre, tutto naturalmente Covid permettendo.
La manifestazione, nell’ambito della sensibilizzazione sulla mobilità sostenibile a piedi e in bicicletta, prevede incontri (anche con le scuole), attività escursionistiche, spettacoli, mostre, momenti conviviali. Pensando a questa modalità di muoversi nel territorio, in questo periodo anche i sentieri meno conosciuti e i percorsi decentrati sono molto più frequentati.
«Riorganizzare un’occasione che è stata di approfondimento sul senso del camminare, ma anche come esperienza sociale e relazionale, oltre che culturale, può essere importante per valorizzare e far conoscere il territorio stesso», commenta l’assessore all’ambiente e ai beni comuni Valter Bonan.
«Il binomio natura e cultura può essere una carta importante e si può agganciare con una rete di ospitalità diffusa, case alloggio, bed and breakfast, agriturismi che si sono consolidati e rappresentano le giuste integrazioni di servizi anche per chi vuole fare degli itinerari a piedi o cicloturistici, con una duplice modalità di frequentazione».
«A rendere più articolata e diversa la capacità attrattiva del territorio stesso ci sono poi le offerte culturali di grande pregio, insieme alla biodiversità coltivata con produzioni di qualità», aggiunge Bonan. «È un’idea di turismo di comunità, che tra l’altro coglie le dinamiche delle attività economiche cresciute spontaneamente sul territorio». —
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