Tumori dell’ovaio, una trentina di casi all’anno

Al Santa Maria del Prato sempre più attività di prevenzione e presto sarà disponibile la tecnica del linfonodo sentinella  



. I tumori dell’ovaio incidono mediamente per una trentina di casi annui, nella popolazione dell’Usl Dolomiti. La genetica, cioè il numero di casi in famiglia di morbilità e mortalità da carcinoma ovarico, ha un ruolo fondamentale nel monitoraggio e nella prevenzione della malattia. È quello che fa l’unità operativa di oncologia, diretta dal primario Davide Pastorelli che proviene dallo Iov (istituto oncologico veneto) in collaborazione con l’équipe multidisciplinare che collabora, e che intercetta i casi da controllare, se dal punto di vista della predisposizione genetica ci sono le premesse per la prevenzione secondaria del tumore ovarico.

La maggiore incidenza si registra nell’età compresa fra i 55 e i 60 anni di età. Ma non mancano casi, anche se si contano sulle dita di una mano, fra le donne ancora in età fertile. Il tumore dell’ovaio, silente se si sottovalutano o non si riconoscono i sintomi in età pre-menopausa o già in menopausa, ha tuttora una sopravvivenza bassa a cinque anni dalla diagnosi, che non supera il 15 per cento se viene diagnosticato in fase avanzata. Quello che in Oncologia si fa dal 2016 al Santa Maria del Prato, in collaborazione con l’oncogenetista e con l’équipe del primario di anatomia-patologica Duilio Dalla Libera mediante la biologia molecolare, sono le consulenze-visite alle congiunte di chi si è ammalata di tumore ovarico, invitandole a sottoporsi al test per verificare la mutazione del gene implicato nell’oncogenesi del carcinoma ovarico.

Al convegno “Highlight in oncologia ginecologica” organizzato a Feltre si sono presi in esame anche gli altri tumori femminili che coinvolgono la cervice uterina e l’endometrio. E l’équipe di oncologia ginecologica dell’ospedale di Feltre ha annunciato che a breve sarà in grado di migliorare il trattamento dei tumori dell’utero e della cervice uterina applicando le più avanzate tecniche di ricerca del linfonodo sentinella. Questa nuova tecnologia, già utilizzata per la mammella, utilizza un colorante che permette di visualizzare il primo linfonodo che potenzialmente è raggiungibile dalle metastasi. Analizzando solo questo linfonodo si evita di dover togliere tutti i linfonodi ed evitare gli effetti negativi associati alla loro asportazione (ad esempio il gonfiore degli arti inferiori), d’altra parte sapere se il linfonodo è interessato dal tumore è cruciale per stabilire se sono necessari ulteriori trattamenti, come chemioterapia e radioterapia.

In Veneto, secondo gli ultimi dati del Registro tumori che fanno riferimento al 2015, i tumori alla cervice sono 166 all’anno, quelli dell’endometrio 600 casi/anno e quelli dell’ovaio 370 casi/anno. In provincia di Belluno, sempre su dati registro tumori 2015, i casi/anno di carcinoma alla cervice sono 15, i casi/anno di tumore all’endometrio 56 e quelli all’ovaio 27. La bassa incidenza dei tumori alla cervice attestata all’1 per cento è da correlare all’efficienza delle campagne di screening. Importante anche il ruolo dei vaccini. —



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