«Troppi impianti in quella zona»

LIVINALLONGO. I dubbi del Comune per la centralina sul Greola: «Troppi impianti in quella zona. A rischio la tutela delle acque e dell’ambiente». Questi in sintesi i temi sui quali l’amministrazione comunale ha improntato le sue osservazioni al nuovo impianto in progetto durante la visita istruttoria, prevista dall’iter burocratico per la concessione della derivazione delle acque, martedì scorso sul piccolo affluente del Rio Andraz.
Con i tecnici di Regione, Genio Civile, Provincia, Arpav, Comune ed i rappresentanti della ditta Fabio Delalvedova che ha richiesto la costruzione dell’impianto, c’erano anche il consigliere di minoranza Claudio Sorarui, il Capofrazione di Andraz Oscar Nagler, il rappresentante del Bacino di Pesca n.5 Alberto Daberto e Lucia Ruffato di Acqua Bene Comune. Dopo la presentazione del progetto in municipio la commissione di tecnici e rappresentanti sono andati lungo il Rio Greola per far visita all’area dove dovrebbe sorgere la centralina. In particolare sotto il ponte della Sr 203 Agordina che attraversa il torrente a Cernadoi, dove sono previste le opere di presa ed alle porte della frazione di Andraz, dove l’acqua ritornerà nel letto del Greola. Il sopralluogo è continuato poi in municipio dove i partecipanti hanno espresso le loro osservazioni.
Frazione, minoranza, pescatori e “Acqua Bene Comune” hanno espresso, ovviamente, la loro contrarietà, evidenziando prevalentemente valutazioni di tipo ambientale ed economico. Anche il Comune ha presentato un corposo faldone di osservazioni, tra i quali c’era anche l’ormai famoso studio del biologo Bruno Boz, commissionato dalla precedente amministrazione, che classifica i torrenti Castello, Andraz e Greola “di stato elevato” secondo direttive europee e «“off limits” a nuove centraline». «Oltre a questo» spiega il sindaco Leandro Grones «abbiamo aggiunto uno studio sulla qualità dei torrenti».
Sindaco «preoccupato per la situazione dei torrenti nella zona di Andraz. In un’area relativamente ristretta ci sono già due centraline ed altre tre sono in progetto. Se tutto quanto è previsto dovesse essere realizzato, la situazione delle acque diventerebbe estremamente grave. Non bisogna poi dimenticare l’aspetto turistico. Nonostante il progetto preveda di rilasciare il doppio del minimo vitale richiesto, non sarebbe certo un bello spettacolo vedere torrenti quasi prosciugati. Abbiamo espresso preoccupazioni per il rumore che provocherebbe la centralina (vicina al paese, ndr) e chiesto che si valuti attentamente anche il rapporto tra la valutazione ambientale ed il reale beneficio all’ambiente che porterebbe la produzione di una così modesta quantità di “energia pulita”». Ora la parola ai tecnici.
Lorenzo Soratroi
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi