Troppe spese e Covid: la pizzeria La Miniera chiude dopo cinque anni

QUERO VAS

Dopo cinque anni abbassa definitivamente la serranda il ristorante pizzeria La Miniera di Scalon. Era il 2015 quando Paolo Berra, già titolare della Locanda Curto della frazione di Quero Vas (di fronte alla stazione) decise di prendere in gestione l’attività con la famiglia. Altri tempi, soprattutto alla luce dell’attuale pandemia. E proprio gli effetti del Covid 19 hanno costretto, a rivedere i piani per il futuro. La pizza della Miniera era apprezzata non solo dai residenti, ma anche di ne ha fatto una tappa lungo il proprio percorso in auto.

L’annuncio della chiusura èavvenuto domenica, spiazzando tutti: immediati i messaggi di affetto via social della gente, che negli anni ha saputo apprezzare il lavoro dei Berra, soprattutto per le ottime pizze e per la qualità del servizio, puntuale e preciso. «Il momento non è facile», racconta Paolo Berra, «perché purtroppo non abbiamo più lavoro come prima. Se avessimo avuto lo stesso numero di clienti saremmo andati avanti volentieri. A malincuore, però, siamo stati costretti a prendere una decisione perché i costi dell’affitto erano troppo elevati, le spese tante. Poi abbiamo anche dieci unità che compongono il personale: anche se sono in cassa integrazione i contributi bisogna pagarli. E così è nata la scelta di chiudere: dispiace ma non potevamo fare diversamente».

Le mura del locale, nei prossimi tempi, rimarranno quindi vuote, in attesa di un altro potenziale gestore: «Era un impegno troppo oneroso tenere aperto due locali», interviene Desiree, la figlia del titolare, «perché la gestione anche di una sola attività richiede sforzi e impegno. Con due la fatica è doppia e quindi non ce la sentivamo di proseguire. Un conto è rimanere se ne vale la pena, un altro è valutare bene cosa fare, perché a Scalon eravamo in affitto e non volevamo più investire tempo e risorse».

La giovane spiega che la famiglia proseguirà da ora in avanti con la sola Locanda Curto. «In futuro l’idea è di rimettere in moto la cucina negli spazi interni», prosegue Desiree, «ma non una pizzeria. In ogni caso i tempi saranno abbastanza lunghi. Dobbiamo prima riprenderci perché comunque è triste chiudere un posto dove hai convdiviso tante cose con tante persone, poi valuteremo cosa fare».

Entrambi ringraziano con un abbraccio i clienti, che in questi anni si sono recati alla Miniera. —



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