Trento “difenderà” la pecora di Lamon

La razza verrà inserita nel Programma di sviluppo rurale per portare avanti una serie di progetti transfrontalieri

LAMON. La Provincia di Trento inserirà la pecora di Lamon nel suo Programma di sviluppo rurale come razza in via di estinzione del Trentino, in modo da consentire progettualità transfrontaliere, che possano essere gestite anche aldilà del confine.

È in rampa di lancio un importante accordo interregionale per la salvaguardia della pecora di Lamon e la valorizzazione dei suoi prodotti, in particolare la carne e la lana, che vuole dare una bella spinta alle persone interessate a prendere come base la pecora di Lamon per una qualche attività di allevamento.

Il rischio di estinzione della pecora di Lamon è serio, perché i capi sono pochi e la sfida per il recupero e la valorizzazione della razza è difficile, ma l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Vania Malacarne ci crede e anche la Provincia di Trento sarà della partita (questa razza era oggetto di transumanza nella pianura veneta e anche nei vicini comuni della conca del Tesino).

Il progetto per il recupero e valorizzazione della pecora di Lamon è nato qualche anno fa con la regolamentazione del pascolo comunale sul monte Coppolo, prevedendo l'accesso solo alle femmine, mentre i maschi devono essere rigorosamente di razza Lamon. Veneto agricoltura ha concesso anche quest'anno tre montoni per la stagione che è in partenza (sono una ventina le domande di ammissione presentate per la monticazione).

L'amministrazione ne ha parlato qualche giorno fa anche a Canal San Bovo nell'ambito dell'iniziativa “Verso l'alpeggio. Dal mare al Vanoi”, a cui hanno partecipato l'assessore all'agricoltura e turismo della Provincia di Trento, Michele Dallapiccola, e il responsabile dell'Ufficio produzioni biologiche, Federico Bigaran. Tra i lamonesi c'era anche qualche pastore locale.

L'iniziativa ha destato interesse e alcuni giovani hanno chiesto di essere informati sugli sviluppi del progetto, informandosi sulle modalità di iscrizione all'associazione che sta nascendo proprio con la finalità della tutela e valorizzazione della pecora di razza Lamon. Si sta perfezionando lo statuto e luglio potrebbe essere il mese buono.

«Scopo principale del progetto è quello di aumentare i capi certificati», rimarca il consigliere con delega all'agricoltura Enrico Tiziani. «La cosa interessante è che molti giovani, lamonesi e non, hanno iniziato a chiedere informazioni, vedendo questa opportunità come una possibile integrazione al reddito», spiega Tiziani.

Il consigliere poi allarga lo sguardo alle ricadute positive che l'attività potrebbe avere sull'economia turistica: «In termini di offerta gastronomica Lamon ha la ricetta particolarissima della “carn de fea nfurmigaa”, la carne di pecora affumicata, ma l'intento è anche quello di tipicizzare il territorio con ricadute sulla cura dell'ambiente».

Raffaele Scottini

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