Trent’anni per spaccio di coca il capo era residente a Quero

QUERO. Trent’anni di carcere alla banda della cocaina arrestata lo scorso 27 dicembre 2010 alla stazione di Montebelluna. Erano stati beccati in flagrante mentre si scambiavano cocaina (tanta, 72 grammi) e denaro (oltre 4 mila euro). Ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Silvio Maras ha inflitto loro una pesante condanna nonostante beneficiassero della riduzione di un terzo della pena in virtù del rito abbreviato: Paolo Stricca, barista triestino originario di Pederobba, 51 anni, è stato condannato a 7 anni di reclusione. Sei anni e 8 mesi sono andati invece a Diego Severino (nella foto), 56enne commerciante residente a Quero e considerato il capo dell'organizzazione criminale, 6 anni al dominicano Afari Jeboah Kwaku, 4 anni e 4 mesi al connazionale Eduardo Heredia Rodriguez, operaio 34enne residente a Ronchi dei Legionari. Nicola Bonora, di Caerano, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi, altri 3 anni sono andati al suo compaesano Giovanni Zulian. Molto meglio è andata al dominicano Ja-haria De Pallotta Rosario il quale, difeso dall'avvocato Fabio Crea, è stato condannato a soli 10 mesi di reclusione. Secondo la ricostruzione degli inquirenti la cocaina arrivava direttamente da Santo Domingo, in ovuli ingoiati da insospettabili donne caraibiche che eludevano così i controlli negli aeroporti del Nordest. Una volta in Italia venivano prelevate e accompagnate in appartamenti, a Treviso in zona Ghirada, Castelfranco e Montebelluna. Le donne ingerivano 70-80 ovuli per settecento, ottocento grammi di cocaina a ogni viaggio, venivano pagate al massimo mille euro per ogni consegna effettuata: quindi un euro a grammo di coca. La droga veniva poi smerciata tra il Montebellunese e il territorio triestino. Un giro di cocaina destinato ai consumatori trevigiani, soprattutto prostitute dominicane e albanesi alle quali lo stupefacente serviva per prolungare gli "orari" di lavoro e garantire “divertimento” ai clienti.
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