Trent’anni di passione, ora il Tricolore
FELTRE. Agonismo e spettacolo, passione e turismo. Il Campionato italiano di ciclismo dei professionisti, per il quale lunedì il Pedale Feltrino ha lanciato ufficialmente la candidatura, ha in sé molte valenze. Potrebbe non solo essere un evento sportivo di eccellenza assoluta ma anche essere un'opportunità di promozione del territorio e costituire, allo stesso tempo, un tassello importante per sviluppare in Valbelluna, e nella provincia di Belluno tutta, il ciclismo a due ruote. Ne è convinto il presidente del Pedale Feltrino, Ivan Piol, “padre” della Granfondo Sportful Dolomiti Race che da oltre vent'anni richiama migliaia di appassionati da tutto il mondo, ma anche organizzatore di altri eventi ciclistici di livello internazionale. Avere in provincia la due giorni tricolore 2017 (appuntamento il 24 e 25 giugno), con le prove in linea e a cronometro di professionisti e donne, potrebbe insomma essere una sorta di trampolino verso il futuro. Un futuro con radici ben salde in un passato fatto di entusiasmo, impegno e crescita: quello della Granfondo, prima legata a Campagnolo e ora a Sportful.
La storia. Quella del pedale Feltrino nasce nel 1988, quando un gruppo di ex calciatori decide di tirare fuori la bicicletta da corsa rimasta in garage e di fare qualche pedalata in compagnia. Da lì, la partecipazione alle granfondo che allora si stavano sviluppando e l'idea di organizzarne una. «Nei primi mesi del 1994 siamo entrati in contatto con la famiglia Campagnolo, che stava progettando la costruzione del monumento a Tullio (inventore del cambio ndr) a Croce d'Aune e nel 1995 abbiamo dato vita alla prima edizione della gara: 1.200 al via» spiega Piol. «Da allora siamo cresciuti tanto. Quello che non è cambiato è l'emozione della partenza».
Un inglese a Croce d’Aune. «Il risvolto promozionale dell'evento Granfondo Sportful è innegabile: 4 mila concorrenti italiani, 600 stranieri. Alcuni stanno da noi per una settimana intera. E per quanto riguarda gli stranieri mi piace ricordare la storia del concorrente inglese che dopo essere venuto per alcuni anni a Feltre, ha comprato casa a Croce d'Aune».
Un Tricolore spettacolare. I percorsi del possibile campionato italiano del giugno 2017 sono top secret, tranne il fatto che le prove in linea arriveranno a Feltre. «Ma li ho in testa da almeno dieci anni» spiega Piol. «La Valbelluna offre delle opportunità incredibili e quello cui vogliamo dare vita è un campionato italiano che sappia coinvolgere quante più realtà possibili e che abbia una valenza tecnica indiscutibile. Vincerà un corridore forte, non c'è dubbio. Ma abbiamo pensato anche al pubblico, con tracciati che siano panoramici, godibili. Non sappiamo quanta gente potrà esserci lungo le nostre strade: ma se pensiamo che le province più ciclistiche d'Italia, Treviso e Vicenza, sono a due passi, è facile ipotizzare che gli spettatori siano qualche migliaio a gara».
I costi. Il costo base in caso di assegnazione del Tricolore si aggira sui 90 mila euro: soldi che servono per coprire le tasse dovute alla Federazione ciclistica italiana e alla Lega ciclismo professionistico e il costo del montepremi. «A questi soldi ne vanno aggiunti più o meno altrettanti per l'ospitalità, il marketing e tutte le esigenze legate all' organizzazione» dice ancora il presidente del Pedale Feltrino. «Un evento come il Tricolore costa tra i 150 e i 200 mila euro. Contiamo di coprirli con sponsor privati e pubblici. Certo, l'investimento è importante ma crediamo che anche il ritorno lo sia, non solo in termini di presenze e di visibilità nei due giorni di gara».
Una provincia a due ruote. «Il Campionato italiano può servire ad accendere i riflettori sulla nostra provincia come territorio ideale per le due ruote» prosegue nella sua analisi Piol. «Siamo tra due direttrici come la Valsugana e l'Alemagna: non approfittarne sarebbe da pazzi. E poi abbiamo dei percorsi che si adattano a tante esigenze e dei piccoli scrigni, come Feltre, Belluno o altri centri minori, che la gente ancora non conosce e che possiamo far conoscere attraverso la bicicletta».
Tra giovani e professionisti. «I nostri eventi negli anni hanno saputo far crescere anche i giovani: come Pedale Feltrino abbiamo un ampio e brillante settore giovanile nella mountain bike». dice ancora Piol. «Accanto alla base, è innegabile che serve anche coinvolgere anche il vertice, in funione promozionale. Speriamo venga accettata la deroga per far tornare i professionisti alla 24 Ore. Ma a me piacerebbe anche aprire la granfondo ai professionisti. Con che formula è da vedere ma la direzione degli eventi internazionali più importanti (Londra oppure Oetztaler in Austria) è questa».
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