Tragedia di Stava: Longarone si stringe a Tesero

LONGARONE. Come ogni anno si rinnova l'omaggio di Longarone alla comunità trentina di Tesero, con la partecipazione alle commemorazioni del disastro della Val di Stava avvenuto il 19 luglio 1985. La...
Cerimonia in memoria delle vittime del Vajont Nella foto: Primo SCHENKER - Francesco ZANON - Graziano LUCCHI - Roberto PADRIN - Ugo ROSSI - Anna Grazia GIAMUZZI - Diego MOLTRER - Mauro GILMOZZI Chiesetta La Palanca Stava, 19 luglio 2014 Foto Roberto Bernardinatti
Cerimonia in memoria delle vittime del Vajont Nella foto: Primo SCHENKER - Francesco ZANON - Graziano LUCCHI - Roberto PADRIN - Ugo ROSSI - Anna Grazia GIAMUZZI - Diego MOLTRER - Mauro GILMOZZI Chiesetta La Palanca Stava, 19 luglio 2014 Foto Roberto Bernardinatti

LONGARONE. Come ogni anno si rinnova l'omaggio di Longarone alla comunità trentina di Tesero, con la partecipazione alle commemorazioni del disastro della Val di Stava avvenuto il 19 luglio 1985. La delegazione di Longarone, guidata dal sindaco Roberto Padrin, non è mancata agli eventi che hanno ricordato il crollo dei bacini di decantazione della miniera del monte Prestavel che, riversandosi sulla valle sottostante, hanno causato 268 vittime. C’erano il sindaco di Tesero Francesco Zanon, il presidente della provincia di Trento Ugo Rossi e quello della Fondazione Val di Stava Graziano Lucchi, i gruppi Alpini di Longarone e Castellavazzo, “amici” dell’Ana di Tesero. Tra i due paesi, accomunati da due disastri causati dall'uomo per il profitto, esiste un solido patto di amicizia, come ribadito dal sindaco Padrin: «ancora una volta», ha detto «si rafforza il legame tra Longarone e Tesero. In momenti come questi non resta che confermare il monito e l'attenzione alla prevenzione del territorio: si deve intervenire prima e non solo durante le emergenze, quando ormai i gravissimi danni sono già avvenuto». Dopo la messa in cimitero e la deposizione della corona al monumento costruito diversi anni fa dalle popolazioni del Vajont, quest'anno è stato inaugurato uno speciale pannello informativo posto sul luogo dove crollarono i bacini minerari, che ricorda anche altre due tragedie. Da quell'altezza è possibile vedere il monte Cermis, teatro di due brutte pagine della storia d'Italia: nel 1976 morirono 42 persone per una manovra errata della funivia e nel 1998 con il caccia Usa che tranciò per errore un cavo della funivia: morirono in 19 e il manovratore. (e.d.c.)

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