Tragedia di Giamosa: i residenti presentano un esposto

BELLUNO. È passato quasi un mese dall'incidente che il 9 marzo, a Giamosa, è costato la vita a Martina Bonavera, la tredicenne travolta e uccisa da un furgone mentre attraversava la strada per raggiungere la fermata dell'autobus.
Il ricordo di quella tragedia è ancora vivissimo nella mente dei bellunesi e soprattutto dei residenti in zona, che, stanchi di promesse e di appelli all'Anas e al Comune, hanno presentato un esposto nel quale chiedono di risolvere il problema dell'attraversamento pedonale sulla statale. Il documento è stato inviato al sindaco Massaro, all'Anas, al prefetto, al questore e alla procura ed è corredato dalle copie della corrispondenza intercorsa con l'Anas e di cinque fogli fitti di firme, raccolte tra i residenti. Sono centoventicinque e in cima si leggono i nomi di Linda Sabatini e Francesco Bonavera, i genitori di Martina.
L'esposto è firmato da Roberta Majoni e Romina Reolon, che vivono a Giamosa e sono mamme di ragazzi che ogni mattina scendono a piedi dalla frazione e devono attraversare la famigerata statale 50 per andare a prendere l'autobus. Le due madri ricostruiscono un anno e mezzo di richieste, al Comune e all'Anas, che iniziano nell'autunno del 2011 quando si chiede al Comune di mettere un vigile di prima mattina a disciplinare il traffico in zona, oppure un semaforo a chiamata per tutelare i ragazzi nell'attraversamento della strada. «La risposta, verbale, è stata che il comando dei vigili urbani di Belluno non aveva disponibilità di uomini da impiegare causa organico ridotto», si legge nell'esposto. «Per quanto riguardava il semaforo o altro dispositivo si rimandava la responsabilità di gestione della segnaletica all'Anas».
Invitate a rivolgersi all'ente, la Majoni e la Reolon il 9 dicembre 2012 si vedono rispondere che «i passaggi pedonali e l'installazione di impianti semaforici sono di esclusiva competenza dei Comuni che ne fanno motivata richiesta al compartimento della viabilità per il Veneto».
Le signore tornano dai vigili urbani, che replicano che oltre i 500 metri dalla fine del centro abitato la gestione della viabilità è di competenza dell'Anas, azienda che a sua volta, nel marzo 2012, ribadisce che deve essere il Comune a occuparsi della faccenda. Ora, a un anno di distanza, Majoni e Reolon, stanche di aspettare, chiedono al Comune di risolvere il problema dell'attraversamento della statale e di chiarire, insieme all'Anas, di chi sia la responsabilità su quell'arteria. Il problema è ben noto all'amministrazione, che ne parla con l'Anas dal settembre dello scorso anno. «Quest'anno sono stati fatti due sopralluoghi, in gennaio e febbraio, per trovare una soluzione», spiega il sindaco Massaro. Si pensa di rendere percorribile il sentiero all'interno del guardrail che si trova all'uscita di Giamosa e Massaro assicura che i lavori partiranno a breve: «Abbiamo inviato il progetto all'Anas e attendiamo la risposta, che dovrebbe arrivare in una dozzina di giorni. Fatti i lavori necessari (che richiederanno pochi giorni), l'Anas provvederà a tagliare un piccolo pezzo di guardrail per consentire ai pedoni di accedere al percorso protetto». Massaro ha anche chiesto all'ente di abbassare il limite di velocità nei pressi del centro abitato dagli attuali 70 ai 50 km/h.
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