Torrenti e briglie ripuliti dopo le frane a Livinallongo

Secondo il sindaco Grones «serve un altro intervento sul rio Chiesa tra il ponte  di Agai e quello sulla 48 Lo ho chiesto alla Regione»

LIVINALLONGO

Si sono conclusi nei giorni scorsi i lavori di svuotamento e pulizia di alcuni torrenti e briglie nel comune di Livinallongo dopo le frane di quest’estate, causate dai forti temporali.

L’intervento, eseguito dagli uomini dei Servizi Forestali, ha interessato in particolare la zona di Alfauro, dove nel luglio scorso una frana aveva ostruito la regionale 48 delle Dolomiti ed il Rio Chiesa. Era stato lo stesso primo cittadino a richiedere l’intervento della Regione dopo il violento acquazzone della serata del primo agosto.

Un evento che, sommato agli altri verificatisi quasi dopo ogni temporale, aveva provocato il riempimento della briglia di contenimento a monte dell’abitato di Pieve. Anche a valle, sotto la cascata in località Retiz, l’alveo era stato riempito di sassi e ghiaia. Una situazione potenzialmente pericolosa in caso si fosse verificato un altro “debrish flow” di quelle dimensioni, che avrebbe potuto causare lo straripamento del torrente.

L’intervento è durato circa due settimane, durante le quali con l’ausilio di camion di ditte private e l’escavatore del Comune di Livinallongo sono stato asportati dalla briglia e dal torrente ben 1050 metri cubi di sassi e ghiaia. Come spesso accade in queste situazioni, sono emersi alcuni necessari lavori di manutenzione ed ulteriori opere di prevenzione da realizzare.

«Ai Servizi Forestali – spiega Grones – ho chiesto che venga prevista una manutenzione al letto dell’alveo del Rio Chiesa tra il ponte di Agai e quello sulla regionale 48 delle Dolomiti. In più punti il fondo in cemento è sconnesso e rovinato e questo potrebbe non permettere lo scorrimento dei sassi e del materiale. In più serve un’altra briglia a monte dell’abitato di Pieve, all’altezza delle sagome del vecchio poligono di tiro. L’opera è necessaria per intercettare la colata detritica che scende dal “Busc del Bruo”. Qualche anno fa era stato realizzato un invaso più a monte sotto le rocce del Col di Lana, ma non basta. È vero che in questi anni il fenomeno lungo quel canale non è stato così frequente. Ma quando si è verificato ha causato molti problemi. Vedremo se la Regione troverà i fondi per questi interventi necessari per aumentare ancora la sicurezza in punto critico come il Rio Chiesa. —

Lorenzo Soratroi

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