Torna la festa del miele ma il prodotto è dimezzato
CESIOMAGGIORE. Si aprirà domani la festa del miele, quinta edizione nella cornice della Val Canzoi. Ma se le api risultano in buona salute e aumentate numericamente rispetto all’anno scorso,...

CESIOMAGGIORE. Si aprirà domani la festa del miele, quinta edizione nella cornice della Val Canzoi. Ma se le api risultano in buona salute e aumentate numericamente rispetto all’anno scorso, purtroppo per le circostanze meteo primaverili, il prodotto è diminuito di più della metà.
A dirlo sono i massimi esperti del gruppo L’Aperina che ieri, in municipio alla presenza del vicesindaco Carlo Vigna, hanno annunciato il variegato programma della “due giorni e mezzo” della festa del miele che prende avvio domani alle 17,30 e si protrae fino a domenica. E che sarà concentrata nelle pertinenze esterne del complesso Orsera.
È stata questa l’occasione per fare il punto sullo stato di salute delle api per il presidente del gruppo Remo Corona e per i suoi associati Giuseppe Della Vedova, Aldo Toigo e Cristiano Marcon. «Quest’anno la varroa, l’acaro che attacca gli alverari, non si è proliferata», hanno detto gli apicoltori. «Quello che ha inciso piuttosto, è stata la stagione primaverile fresca per cui manca il miele d’acacia e il tiglio non è fiorito, se non fuori tempo massimo». Ma ci sarà sovrabbondanza, alle esposizioni dei mercatini agroalimentari, di polline e pappa reale, dicono gli apicoltori, esaltando le note proprietà ricostituenti, antinfiammatorie e disinfettanti delle vie urinarie di questi prodotti.
Oltre alla situazione meteo, ha influito anche il mancato pascolo delle api sui campi che negli ultimi anni si è dimezzato. «L’ammassamento di centinaia e centinaia di pecore che brucano, fanno tabula rasa di ciò che suggono le api in determinati momenti della stagione», ha detto Giuseppe Della Vedova, facendo riferimento alla zona del suo allevamento, nei pressi di Bribano. E non si è potuto sottacere che dove vengono utilizzati fitofarmaci per l’agricoltura semintensiva, come nella zona di Tussui, gli esperti apicoltori segnalano un esodo di questi imenotteri che “sentono” l’inquinamento delle aree. Un argomento, questo, rispetto al quale l’amministrazione cesiolina è particolarmente sensibile ed è pronta a dotarsi di un regolamento di polizia rurale, il più possibile omogeneo con l’intera Valbelluna. «Il regolamento aggiornato sulle nuove linee guida europee», ha detto il vicesindaco Carlo Vigna, «è un intervento necessario per presidiare l’ambiente».
Di incontaminato, c’è l’incubatore di Faibon, la cui visita guidata sarà una delle tappe della festa del miele, culla delle api regine carniche. Per evitare inseminazioni “indesiderate” di fuchi forestieri, l’associazione Aperina ha cominciato a portare alverari con imenotteri maschi selezionati, sul modello della Val Braies in Alto Adige, «per creare una stazione di fecondazione più consistente» .
(l. m.)
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