Tonelli, il sacrestano che arriva a Cortina dalla Valtellina. «Mai avrei pensato di dover fare un’intervista»

Il dialogo
E’ Mirko Tonelli, 35 anni di Regoledo di Cosio Valtellino, paese della provincia di Sondrio, il nuovo sacrestano di Cortina. Ha firmato il contratto ieri e ha subito iniziato a lavorare nella parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo. Sulle 720 candidature pervenute, il parroco decano don Ivano Brambilla e i suoi collaboratori alla fine hanno scelto Tonelli, che ha già fatto il sacrestano al Duomo di Lecco e alla basilica di Sant’Ambrogio a Milano.
«Mi ritengo fortunato», premette Tonelli, «perché posso fare il lavoro che mi piace e che ho sempre voluto fare. Mi sento orgoglioso di avere ottenuto questo posto e allo stesso tempo lo assumo con estrema responsabilità perché c’erano oltre 700 persone che chiedevano di poter fare il proprio mestiere in questo posto».
Un lavoro particolare, non da tutti, che lei ha comunque già svolto...
«Sì, a me è sempre piaciuto il lavoro del sacrista. Me lo sento cucito addosso. È il mio mestiere. Io sento di avere una predisposizione per questo lavoro e non per altri. È un lavoro particolare, non difficile: ma ci vogliono fede, attitudine, predisposizione, oltre all’impegno».
Che percorso professionale ha fatto prima di arrivare a Cortina?
«Mi sono diplomato in ragioneria, poi ho svolto anche altri lavori perché non ci sono più molte parrocchie che danno lavoro come sacrestano. È un compito che ancora viene svolto soprattutto in Lombardia; altrove, invece, soprattutto perché le parrocchie non hanno i fondi per assumere persone, viene svolto in forma di volontariato. Nella mia parrocchia, in Valtellina, ho sempre fatto il sacrestano volontario e fin da piccolo il chierichetto. Poi sono stato a Milano e lì ho lavorato a Sant’Ambrogio con altri collaboratori. Un’esperienza bellissima; poi ho fatto il sacrestano anche al Duomo di Lecco, lavoro che svolgevo da volontario».
Ora ha firmato il contratto con la parrocchia di Cortina. Come ha saputo che la Basilica dei Santi Filippo e Giacomo cercava un sacrestano?
«Una domenica pomeriggio stavo leggendo alcuni quotidiani in internet e ho trovato la notizia che Cortina cercava un sacrestano. Ero con mia nonna e le ho detto: “Nonna, cosa ne pensi: io ci proverei...” . Faccio parte di una famiglia religiosa e loro hanno appoggiato la mia idea di fare domanda, nonostante comportasse un trasferimento. Così ho scritto una mail con il mio curriculum alla parrocchia. Poco dopo mi hanno risposto».
Era già stato a Cortina?
«Mai. Ci sono venuto per la prima volta il 7 gennaio per fare il primo colloquio con il parroco don Ivano e i suoi collaboratori. È una pese stupendo. Di dimensioni e quota simile a quello di montagna dal quale vengo io. Certo, ha una fama ben diversa. Dalle altre parti la ricerca di una sacrestano non fa notizia... Per dirne una: non ho mai rilasciato un’intervista in quanto sacrestano. Ma Cortina è Cortina, un altro mondo. La basilica è stupenda. Il paese ha una grandissima tradizione, questa è una parrocchia molto attiva e l’ho capito subito. Ci sono molti paramenti che utilizzeremo nelle varie funzioni. Dopo il 7 gennaio, sono tornato a Cortina per altri tre giorni per prendere visione di tutto e ora sono stato assunto in vista della settimana Santa».
Con che spirito inizia questo nuovo incarico?
«Con responsabilità, impegno e fede. Sono un po’ teso perché mi hanno spiegato che prendo un posto che componenti della stessa famiglia si sono tramandati di padre in figlio per 60 anni. Cercherò di non sbagliare, di impegnarmi sempre; chiedo pazienza per i primi giorni, sicuramente qualcosa che non andrà verrà a galla. Ma sono determinato a dare tutto me stesso per un lavoro che ho sempre voluto fare e che ho fatto per tanti anni anche da volontario. Ringrazio don Ivano per la fiducia e spero di non deludere nessuno». —
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