Testamento biologico il Comune vuole il registro

Il tema è stato rinviato per un esame più approfondito in commissione Il consiglio comunale ha deciso di introdurre l’amministratore unico alla Sersa
Di Alessia Forzin
Primo consiglio massaro
Primo consiglio massaro

BELLUNO. Il registro dei testamenti biologici potrebbe arrivare anche a Belluno. La terza commissione ha già iniziato a discutere della possibilità di fornire ai cittadini uno strumento che consente loro di deciderequando sono nel pieno possesso delle loro facoltà mentali quali terapie accettare, qualora dovessero trovarsi nella condizione di non poter esprimere il diritto ad acconsentire o meno alle cure.

Se ne doveva discutere ieri in consiglio comunale, ma il punto è stato ritirato per approfondirlo meglio in commissione. Il confronto, però, è partito. «Le basi del provvedimento, siedono su alcune considerazioni», spiega la presidente della terza commissione Francesca De Biasi. Innanzitutto «la scelta terapeutica avviene sempre all'interno di una relazione/alleanza tra medico e paziente. Il medico informa, il paziente decide». E il paziente, qualora cosciente, può rifiutare qualsiasi tipo di cura. Non solo il Codice di deontologia medica, ma anche la costituzione tutela la libertà al trattamento (articolo 32). Cosa accade però quando una persona si trova nella condizione di non poter esprimere le proprie volontà (magari per una malattia cronica degenerativa o per un incidente)? È in questi casi che il testamento biologico diventa uno strumento utile per rispettare la libertà di decisione di ogni persona sulla propria vita. «Si tratta di decidere, ad esempio, di non essere soggetti ad un accanimento terapeutico ma solo a cure palliative nel caso in cui la persona si trovasse in una fase non guaribile e irreversibile di incoscienza», conclude la De Biasi.

«L'esperienza del registro comunale delle direttive di fine vita è viva in molti comuni italiani da alcuni anni. Oggi anche Belluno vuole renderlo disponibile ai propri cittadini».

Sersa Rimanendo in tema sanitario, il consiglio di ieri ha approvato all'unanimità la modifica dello statuto della Sersa, votando per l'introduzione dell'amministratore unico. La delibera è stata lo spunto per affrontare alcune questioni aperte, come la sperimentazione e del futuro delle società partecipate. È stato l'ex sindaco Prade a chiedere alla giunta cosa voglia fare della Sersa: «La sperimentazione durerà per sempre, tanto in Regione non importa niente di questa società», ha accusato Prade. Claudia Bettiol ha rincarato aggiungendo che «va aperto un confronto sul destino delle partecipate». Il sindaco Massaro ha prima assicurato che «la sperimentazione sembra volgere al termine», poi ha spiegato che il futuro delle partecipate passa per la necessità di capire se la Sersa potrà essere trasformata in azienda speciale. Il sindaco si è poi impegnato a portare in commissione la discussione sulle questioni aperte.

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