Telecamere sui passi alpini per verificare i flussi di traffico

Per la prima volta sulle Dolomiti le telecamere sorvegliano le strade dei passi. E non solo quelle. Cattureranno i passaggio automobilistici fornendo ai pubblici amministratori i dati necessari per decidere quali misure intraprendere se l’afflusso sarà “massificante”. Un protocollo d’intesa è stato sottoscritto dal vicepresidente della Provincia di Bolzano, Daniel Alfreider, incaricato della mobilità, e da Silvano Vernizzi di “Veneto Strade”.
A giorni arriveranno sei telecamere nel territorio del Comune di Livinallongo – informa il sindaco Leandro Grones – due saranno installate a metà strada del Pordoi, per riprendere le auto in salita e in discesa; altre due verso il passo Campolongo, subito dopo Arabba, e le ultime due tra la stessa Arabba e Pieve di Livinallongo, all’altezza della latteria.
Gli occhi elettronici saranno 24 e monitoreranno, attraverso un software apposito, i flussi anche lungo il Sella ed il Gardena, nonché l’anello stradale su cui sboccano le statali 242 della Val Gardena, 244 della Val Badia, 48 della Val di Fassa e la strada regionale 48 che transita appunto per Arabba.
«Le telecamere saranno in grado di suddividere i mezzi in quattro categorie (moto, autobus, camion, auto, ndr) e», spiega Grones, «anche di leggere le targhe, per determinare con precisione il numero di passaggi e la provenienza dei veicoli, garantendo comunque l’anonimato agli automobilisti».
Il progetto costa 168 mila euro e se ne fanno carico Bolzano e Trento. Il monitoraggio continuerà per 8 anni, ma le prime misure, sulla base dell’esame dei dati, potrebbero scattare già la prossima estate.
«Dopo tante polemiche sulle diverse modalità di chiusura dei passi, è arrivato finalmente il momento di condividere una strategia», riconosce il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, «per questo abbiamo accettato l’installazione anche sul nostro territorio. Avremo modo di verificare in quale misura si pone il problema dei flussi ritenuti eccessivi e, in base alle risultanze, decideremo insieme come meglio intervenire. Magari senza ricorrere a provvedimenti draconiani che rischiano, come è già successo, di lasciare pesanti strascichi».
In effetti c’è chi continua a telefonare agli albergatori dei passi – come è accaduto ad Osvaldo Finazzer del Pordoi – se i valichi sono ancora chiusi. Zaia conviene che, in ogni caso, qualche alleggerimento serve («purché sia condiviso») contro l’inquinamento da decibel e da smog. Pesantissimo è il rumore delle moto. Il presidente coglie la circostanza della firma del protocollo per ribadire gli ottimi rapporti che esistono tra Bolzano, Trento e Venezia, nonostante qualche incidente di percorso.
«Se fossimo in guerra, o anche solo in armistizio, non avremmo firmato un bel niente. Così procedendo, invece», conclude Zaia, « riusciremo a conservare le nostre montagne come monumento del mondo in tutta la loro autenticità». «Le telecamere», precisa infine il sindaco Grones, «non servono comunque per sanzionare chi pigia sull’acceleratore». —
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