Telecamere puntate sulla coop Arcobaleno

La Rai dedica spazio alla comunità. Inaugurata la mostra con la mangiatoia benedetta dal papa

FELTRE. Da Rai1 a Rai2, una corsa per raccontare quanto accade alla cooperativa Arcobaleno di Feltre e a Villa San Francesco di Facen.

Questa mattina, alle 9,07, la trasmissione Unomattina, nella rubrica “Fa’ la cosa giusta”, darà conto della benedizione della mangiatoia realizzata dalla comunità da parte di Papa Francesco.

Da sabato la mangiatoia è esposta ai musei dell’Arcobaleno, dove è avvenuta l’inaugurazione alla presenza, fra gli altri, di numerosi sindaci.

Sabato 26 dicembre alle 9,15 su Rai2, nella rubrica “Sulla via di Damasco”, verrà trasmesso un altro servizio sulla comunità. Martedì 29 dicembre o martedì 5 gennaio, Rai1 trasmetterà, nell’ambito della rubrica “Fa’ la cosa giusta”, una panoramica sulle più recenti iniziative di Villa San Francesco, con particolare riguardo al calendario 2016.

Ieri sera, tra l’altro, si è tenuto l’ultimo incontro di “AbitarLa stalla. Verbi e gioghi verso Betlemme”. Il Masci (scout) di Belluno ha portato la Luce di Betlemme e le riflessioni si sono tenute davanti ad un filo spinato raccolto da Edoardo Zagonel nelle alte montagne del Primiero, su interessamento di Gualtiero Bettega, davanti ad un bambino di Natale, ossia una statua in gesso trovata nella discarica di Quito in Ecuador e portata in Italia dalla missionaria di Lamon suor Dionella Faoro.

Sono intervenuti, fra gli altri, don Luis Canal, direttore dell’Ufficio missionario della diocesi di Belluno-Feltre, Tommaso Gasperini di Feltre, Gelila Herods e Eliyb Herods di Addis Abeba, Tommaso Tonet di Norcen, Marika Bianchi di Auronzo, Marcelle Breda Santos di Maceió in Brasile, Erik Casanova di Santo Stefano di Cadore, Matteo Ambrosi di Feltre, Agostino Coppe, Erik Casanova, Edoardo Cargnel.

Nella memoria è rimasta impressa l’inaugurazione della mostra avvenuta sabato con la mangiatoia benedetta da Papa Francesco. Il Coro Ana di Feltre ha cantato alcuni brani, tra cui “Signore delle Cime” e il suo autore, Bepi De Marzi, ha inviato un inedito per spiegare l’origine del più storico fra i canti alpini, dedicato a Giuseppe Bertagnoli, Bepi per gli amici, ex partigiano, morto in montagna travolto da una slavina.

«Il canto per Bertagnoli l’ho scritto nel tinello di casa mia, sul pianoforte che mio papà e mia mamma avevano comperato per me, che era costato diciottomila lire e si pagava la tassa perché era considerato un “bene di lusso”. Credo di avere impiegato non più di trenta o quaranta minuti: “Dio del cielo, Signore delle vette…», racconta De Marzi. «Alla prima prova, uno dei tenori, Ezio Ferrari, con famiglia originaria da Cannobio, mi fece notare che “vette” si cantava con difficoltà, che sarebbe stato meglio dire “cime”. Dopo qualche settimana di prove siamo saliti alla Piatta e abbiamo intonato per la prima volta, durante la messa celebrata da un sacerdote di Ognissanti, don Giovanni Battaglia, che era stato imprigionato e torturato dai fascisti nel 1944, il canto che quasi subito è stato raccolto anche dai cori del Vicentino, soprattutto a Valdagno, dagli Amici dell’Obante diretti da Gianni De Toni che aveva una bellissima voce di tenore».

Francesco Dal Mas

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