Tarsu 2001-2002: agli istituti la cartella esattoriale da pagare
BELLUNO.
Come una spada di Damocle, sui già fragili bilanci delle scuole comunali incombe anche il pagamento degli arretrati della Tarsu, relativi al periodo 2001 e 2002. «Si tratta di un'ulteriore spesa che va a gravare sulle nostre casse», dicono all'unisono i dirigenti scolastici di elementari e medie, che hanno chiesto un incontro al Comune per cercare una soluzione. «Noi i soldi non li abbiamo e non sappiamo dove trovarli», ribadiscono. Dalla primavera scorsa, l'ufficio tributi comunale sta controllando le vecchie posizioni di associazioni e di scuole, inviando agli inadempienti l'avviso di morosità. Non avendo ottenuto risposta entro 60 giorni, ha provveduto a iscrivere al ruolo le somme che l'Agenzia delle Entrate dovrà recuperare. Le morosità si riferiscono al 2001 e 2002, perchè dal 2003 in poi il ministero della Pubblica istruzione ha erogato a tutti i Comuni un rimborso forfait. Poi, da quando da Tarsu si è passati a Tia, cioè dal 2008, la riscossione della tariffa rifiuti viene pagata direttamente dal ministero al Comune, anche se questo sistema comporta per le casse comunali un mancato gettito di circa 27mila euro all'anno. Una cifra non indifferente, ma non c'erano altre vie per riscuotere i fondi che, come confermano dalla Bellunum, vengono erogati da Roma puntualmente. «Sappiamo che negli altri comuni gli arretrati sono stati abbonati o comunque si sono agevolate le scuole. Qui a Belluno, invece, sembra che questa strada non sia stata intrapresa. Per questo vorremo incontrare il responsabile comunale per vedere cosa si può fare». Si tratta di alcune migliaia di euro (visto che alla tassa normale vanno aggiunte le sanzioni accumulate in questi anni e gli interessi totali sulla somma) che alcune scuole (come alle medie Ricci) dicono di aver accantonato togliendo da altre attività, altre, invece, si sono trovate queste spese tra capo e collo, con risorse ridotte e vincolate. «Anche dal Comune per ora non abbiamo visto i contributi che ci avevano promesso. Ci hanno chiamato, dicendo che erano stati deliberati, ma ad oggi in banca non c'è stato alcun trasferimento. E in questi momenti, anche se ci si può fidare delle parole, è sempre meglio attendere i fatti». (p.d.a.)
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