«Svuoteremo gli impeti di secessione»

Letta dopo il via libera al fondo speciale: «Siamo a una svolta epocale»
BELLUNO. «Una svolta storica, ma faremo di più». A poche ore dal consiglio dei ministri che ha dato il via libera al fondo speciale sulle aree di confine il sottosegretario al governo Enrico Letta è soddisfatto: «Le promesse fatte due mesi fa a Lamon sono state mantenute». Su Belluno pioveranno così con la prossima finanziaria dieci milioni di euro sonanti. Ma la secessione è un’altra storia.

 Ad accelerare i tempi e tradurre in realtà parte delle richieste dei bellunesi è stato il blitz dell’uomo di governo organizzato dal consigliere Guido Trento a Lamon il 6 maggio scorso. Letta è il primo a non nasconderlo: «Grazie a quel viaggio notturno un po’ insolito ho capito molte cose». Quali il sottosegretario lo dice senza paura di infastidire qualcuno: «Lamon e Sovramonte da un lato, Cortina dall’altro sono due cose diverse. Ci sono problematiche e motivazioni che non possono essere poste sullo stesso piano».

 Una constatazione che se può sembrare banale per chi in montagna ci abita, non lo è per chi la montagna la vive al di fuori. Letta è il primo a sottolinearlo: «Per questo l’approvazione del fondo speciale nel documento di programmazione economica e finanziaria è una svolta epocale, storica. L’esecutivo nazionale riconosce che ci sono differenze anche all’interno di aree montane che ai più sembrano omogenee».

 Basteranno dieci milioni per colmare la differenza tra la Provincia di Belluno e il Trentino-Alto Adige?

 «Sicuramente no. E’ solo il primo passo ma questo dimostra che il Governo ha saputo dare una risposta in tempi molto brevi. L’impegno da parte nostra è stato assunto poco meno di due mesi fa, prima a Lamon poi a Belluno. Da allora abbiamo sentito tutte le istituzioni e abbiamo trovato molta disponibilità e collaborazione sia da parte del governatore veneto Giancarlo Galan sia da quello trentino Lorenzo Dellai. Devo dire che tutti hanno fatto la loro parte, a cominciare dal consigliere regionale Guido Trento, che mi ha trascinato quasi a forza a Lamon e ha insistito per l’approvazione rapida di un provvedimento. Voglio ringraziarlo pubblicamente».

 Ora il decreto c’è, ma l’iter è ancora lungo...

 «Il Governo ragionerà assieme alle istituzioni locali come ha fatto fino a oggi. Entro luglio ci sarà un primo incontro con Galan, i presidenti delle province autonome di Trento e di Bolzano e quelle confinanti del Veneto, a cominciare proprio da Belluno. Il nostro sarà un cammino concertato, ma i soldi saranno disponibili già dalla prossima finanziaria. Non si tratta di una misura una tantum o provvisoria. C’è da dire inoltre che con l’istituzione di questo fondo abbiamo sbloccato quei cinque milioni di euro destinati alla montagna bellunese già previsti nella finanziaria 2007. Questo significa quindici milioni di euro che si vanno a sommare ad altri interventi previsti o in corso d’opera».

 Questo provvedimento è uno stop per i comuni secessionisti di Lamon e Sovramonte?

 «No, le due cose sono separate, anche se non si può nascondere che il nostro obiettivo è asciugare questo genere di rivendicazioni. Vogliamo andare alla sostanza e fare in modo che il problema non si riproponga. I cittadini che promuovono questi referendum non sono rivoluzionari, sono persone che pretendono giustamente delle risposte. L’iter parlamentare farà la sua strada».

 Il governatore bolzanino Luis Durnwalder ha dato il benvenuto ai cortinesi e il benservito ai lamonesi. Galan ha chiesto al Governo una risposta. Siamo allo scontro istituzionale.

 «Il Governo non vuole entrare in questa discussione. Ribadisco: il nostro intento è svuotare di significato queste richieste così forti. Andando a Lamon ho capito cose che non avevo capito prima, per questo ho intenzione di seguire il caso con estrema attenzione. Per esempio sappiamo che la situazione e le problematiche dei due altopiani di Lamon e Sovramonte sono molto diverse da quelle di Cortina, senza per questo voler prendere posizione sull’istanza dei cortinesi. L’esecutivo ha dato una prima risposta che vuole portare fino in fondo».

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