Supermercati aperti nel Bellunese durante le feste, il sindacato: «È ora di dire basta»

Diversi i distinguo tra gli esercizi nelle date post natalizie. Chi prima teneva chiuso ora si è adeguato. I sindacati: «Serve una normativa diversa per garantire ai dipendenti di stare in famiglia»

Paola Dall'Anese
Le aperture dei supermercati cittadini per le festività
Le aperture dei supermercati cittadini per le festività

Sdoganate le aperture domenicali da tempo, molti supermercati bellunesi garantiranno l’attività il giorno di Santo Stefano e anche il 6 gennaio, come minimo. E questa situazione non piace al sindacato che invoca un cambio di normativa per tutelare i lavoratori durante le festività. «Questi dipendenti hanno il diritto di stare con le loro famiglie durante i giorni di festa», sbotta Alberto Chiesura a capo della Filcams Cgil.

I supermercati aperti

Per chi si trova senza qualche panettone o qualche ingrediente utile per preparare la cena della vigilia o il pranzo di Natale, non c’è da disperarsi. In città e in tutta la provincia i supermercati resteranno aperti durante le festività (ad eccezione del giorno di Natale e del primo gennaio) come succede ormai da tanti anni. Ma ci sono dei distinguo.

Realtà come Lidl che all’inizio nel Bellunese teneva aperto anche il 26 dicembre, quest’anno sarà tra i pochi a tenere chiuso in queste date. Quindi oggi il negozio di via Vittorio Veneto a Belluno sarà aperto con orario ridotto (8-18), mentre a Natale e a Santo Stefano l’esercizio sarà chiuso. Per quanto riguarda le festività del nuovo anno, dalla sede fanno sapere che ancora i turni non si conoscono: saranno resi noti solo alla fine di questa settimana.

«Una cosa incredibile, visto che non permette ai dipendenti di organizzare la propria vita. Anche su questo serve qualche intervento», interviene arrabbiato Chiesura, evidenziando che «già i dipendenti sono costretti a turni spezzati, e il non sapere ad oggi se lavoreranno il 31 dicembre, il primo e il sei gennaio non è rispettoso per i dipendenti».

Anche il Famila di viale Europa il 26 dicembre sarà chiuso, mentre oggi chiuderà alle 19,30, cioè mezz’ora prima del normale orario, mentre il 31 dicembre ai lavoratori sarà permesso ritagliarsi del tempo per prepararsi per il veglione visto che il negozio chiuderà alle 18,30. Il 6 gennaio l’apertura invece seguirà l’orario festivo (9-13).

A tenere aperto il giorno di Santo Stefano in città saranno l’Eurospar di via Vittorio Veneto che però chiuderà il 6 gennaio e l’Emisfero di via Tonegutti terrà chiuso sia il 25 che il 26 dicembre, mentre l’omologo alla Veneggia sarà aperto il 26. Al Kanguro di Mussoi porte aperte il giorno dopo Natale ma solo di mattina, mentre il 6 gennaio l’orario sarà dalle 8,30 alle 13.

Al Conad City di via Lungardo, oggi la chiusura sarà alle 19 con apertura alle 8, mentre il 26 dicembre l’apertura sarà solo diurna, ma il 6 gennaio invece si lavorerà dalle 8 alle 20 in modo continuato. In piazza dei Martiri, il Super A&O il 26 dicembre sarà chiuso così come l’1, 4 e 6 gennaio, mentre il giorno di San Silvestro sarà aperto fino alle 18,30.

Il sindacato sugli scudi

«Ben venga se qualcuno decide di tenere chiuso in qualche festività. Anzi speriamo che sempre di più questi esercizio commerciali scelgano di non aprire e rispettare le festività», sbotta ancora Chiesura. Purtroppo, come fa notare il sindacalista, ci sono alcune catene che con il tempo si sono adeguate tenendo sempre aperto. «Conad ad esempio fino all’anno scorso teneva chiuso durante le festività, invece adesso ha deciso di tenere aperte le porte».

Chiesura non si capacita che «di fronte alla difficoltà dei supermercati a far quadrare i turni, poi facciano lavorare nelle giornate di feste. Anche il consumatore però», se la prende il segretario della Filcams Cgil, «dovrebbe essere più responsabile ed evitare di andare a fare la spesa nei giorni di festa. Che poi mi chiedo che cosa deve mai acquistare che non ha potuto fare durante i giorni lavorativi».

Chiesura evidenzia che questa situazione sta mettendo a dura prova le famiglie dei lavoratori. «Servono normative diverse perché gli addetti possano rimanere a casa. Il loro non è un lavoro di pubblica utilità come può essere quello ospedaliero, o del trasporto pubblico per cui è potrebbero davvero rimanere chiusi». —

 

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