Strada di Franza, scempio ambientale
LIVINALLONGO. La strada di Franza? «Uno scempio ambientale in una zona protetta». Luciana Palla, ricercatrice e storica fodoma, punta il dito contro la nuova strada forestale tra Cernadoi e Agai. «A chi serve? Chi pagherà i dissesti causati dagli sbancamenti», si chiede la famosa scrittrice, nata ad Agai.
Il progetto, voluto dall’amministrazione comunale, è stato finanziato con 180 mila euro, su un totale di 240 mila, ma dopo appena un’anno dalla fine dei lavori, la strada è già impercorribile a causa delle continue frane. «Da Agai a Franza», prosegue la scrittrice, «è sempre esistita una strada forestale che conduce ai prati dell’alpe, molto frequentata un tempo per il trasporto di fieno e legna. Nei pressi del Ru da la Porta si dipartiva un sentiero che portava alle case di Franza, un paese da tempo deserto: le sue tre, quattro case esistono ancora, ma vengono aperte raramente. Un collegamento più comodo e breve con la strada statale si ha verso Cernadoi. La strada, che parte da Agai, attraversa un ambiente selvaggio, incontaminato. L’anno scorso è stata rifatta ex novo con fondi della comunità europea destinati esplicitamente a strade pastorali, si dice. Lo scopo? Non è chiaro. Forse fare un percorso ciclabile? Ma allora bastava sistemare un pò meglio il tratto da Ru della Porta a Franza».
Sul possibile collegamento tra Franza e Pieve, invece, Luciana Palla è esplicita: «Non ha senso. Franza si collega con Cernadoi. Bastava sistemare la strada già esistente fra le due località per poter raggiungerla in macchina comodamente nel caso qualcuno avesse voluto ristrutturare le case. O venderle. Durante i lavori gli alberi che “intralciavano” sono stati scaraventati nella zona sottostante e coperti di terra. La strada “nuova” in alcuni punti è in forte pendenza, percorribile solo con una quattro ruote. Di fatto, durante i lavori sono stati sbancati pendii instabili, è stato tolto materiale in zone ripide e franose. Risultato? La nuova strada è già franata per un tratto di alcune decine di metri, rendendo inagibile il percorso pure per la carrareccia che corre sottostante, anch’essa molto bella prima dell’intervento. Non solo, in molti altri tratti la strada “nuova” sta cedendo. Alle prime piogge torrenziali ci saranno altre frane. Davanti all’ultima casa di Franza, poi, il pendio prativo è franato. Insomma, un vero dissesto idrogeologico causato dall’uomo, là dove vigeva un equilibrio di secoli».
E questo in una zona Sic e che fa parte delle Dolomiti dell’Unesco. «Nessun cartello avverte che la strada è inagibile con qualsiasi mezzo. Con molta cautela si riesce appena a passare a piedi. Ora il Comune dovrebbe stanziare dei fondi per riparare la frana, ma per quanto tempo durerà? E quante altre frane scenderanno nel frattempo, dato che già si vede sul terreno che sono pronte a muoversi? Di chi sono le responsabilità per questo scempio?».
Lorenzo Soratroi
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