Stazione gremita per il treno a vapore

FELTRE. Cinquecento viaggiatori arrivati a bordo del convoglio di carrozze “cento porte”, almeno settecento appassionati e curiosi arrivati da Feltre e dal circondario per vedere da vicino un treno a vapore. Il ritorno della 685-196, la splendida locomotiva delle Ferrovie che l’associazione Carrozza matta ha portato per la terza volta a Feltre da Carpanè Valstagna, ha animato la giornata feltrina e dato vita ad una positiva esperienza di promozione turistica, considerato anche che i viaggiatori, dopo il trasferimento alla birreria Pedavena per il pranzo, hanno avuto la possibilità di visitare il centro di Feltre e la Fiera dell’oggetto ritrovato.
In stazione l’accoglienza per il convoglio è stata trionfale, con centinaia di persone assiepate sulle banchine in attesa che il treno a vapore comparisse all’orizzonte, e il personale del Buffet stazione pronto a servire il rinfresco.
Il treno condotto dal giovane presidente di Carrozza matta Luca Ferrarese – conduttore delle modernissime Frecce per professione e macchinista di locomotive a vapore per passione – ha scatenato l’entusiasmo. Appassionati e curiosi – moltissimi i bambini di tutte le età – sono saliti in carrozza, hanno esaminato da vicino la locomotiva, hanno assistito alle operazioni tecniche, a partire dal rifornimento d’acqua. Nel tender, il carrello agganciato alla locomotiva, sono stati caricati infatti 22 metri cubi di acqua grazie alla “colonna” della stazione – datata 1915 – una delle poche ancora funzionanti lungo la tratta e mantenuta efficiente da alcuni volontari.
La colonna d’acqua compie cent’anni tondi ma l’anno prossimo tutta la linea celebrerà i suoi 130 anni.
«Sarebbe bello l’anno prossimo organizzare qualcosa di più complesso in occasione dell’anniversario per valorizzare la stazione ma anche la tratta, una delle più belle del Veneto», propone Gabriele Favero, gestore del Buffet stazione con la moglie Franca De Toffoli.
Intanto una prima operazione di recupero della storia ferroviaria l’hanno compiuta proprio loro, ripristinando l’antica scritta “La provvida” sulla piccola casetta di servizio a fianco del deposito d’acqua per le locomotive. «In quell’edificio», spiega Favero, «c’era infatti il deposito dove il personale Fs veniva a fare la spesa di alimentari e vestiario a prezzo agevolato per le famiglie, grazie ad un carro merci che ogni settimana arrivava con i prodotti deperibili. Una forma di mutuo soccorso che ha funzionato fino agli anni Sessanta e che abbiamo voluto ricordare rifacendo la scritta».
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