Stalla dei Ronche, la gestione va alla cooperativa Valbona

Tre le proposte tra cui le Regole hanno scelto, contratto di nove anni più nove Lancedelli: «Preferenza a chi privilegia la classica attività con caseificio annesso»

CORTINA

Sarà la società cooperativa Valbona a gestire per i prossimi anni la stalla dei Ronche, di proprietà delle Regole d’Ampezzo, costruita nel 2013 e chiusa da aprile 2019. Tre le domande che erano state presentate: quelle di società Valbona, società cooperativa Ampezzo Oasi (entrambe costituite da soci ampezzani) e di un’azienda agricola del basso Trevigiano che avrebbe voluto fare del luogo situato a Socol una fattoria didattica.

«In un secondo momento Ampezzo Oasi si è ritirata, e quindi la deputazione ha optato per la società Valbona, che è composta da otto agricoltori/allevatori di Cortina», spiega Flavio Lancedelli, presidente delle Regole d’Ampezzo, «l’azienda del Trevigiano avrebbe voluto fare una fattoria didattica, ma noi abbiamo bisogno soprattutto di qualcuno che faccia andare avanti l’attività della stalla, compresa la produzione attraverso il caseificio, nonché altre attività di manutenzione del territorio, come lo sfalcio. La fattoria didattica potrebbe essere però inserita nel programma dei gestori entranti, se lo vorranno».

Il contratto è in via di definizione, ma presumibilmente sarà di nove anni più nove.

«Noi diamo la struttura, la società deve comunque investire con il bestiame, il foraggio e tutto ciò che serve per riavviare la stalla. Al momento è tutto fermo per la situazione di emergenza, ma appena possibile stipuleremo il contratto e i soci partiranno con la sistemazione e l’avviamento».

Presidente della società Valbona è Claudio Pompanin “Checo”, già titolare di un’azienda agricola in località Valbona, al confine col comune di Auronzo. Ne fanno parte otto allevatori, ma l’intenzione è di aprire ad altri soci.

«Vorremmo coinvolgere soprattutto i giovani che hanno intrapreso questo mestiere, ma anche tutti gli altri allevatori di Cortina, per tenere unito il settore», spiega il coordinatore Giorgio Degasper, «la nostra idea è di fare il prodotto “latte e fieno”, come c’è già in Austria e in Alto Adige: si tratta di un prodotto derivato da vacche alimentate tutte in montagna con fieno e mangimi biologici, senza conservanti. La mia azienda e quella di Claudio hanno già ottenuto le certificazioni bio, e vorremmo allargare questo progetto a tutti gli allevatori di Cortina, in modo da avere il latte interamente prodotto sui nostri pascoli, e con esso ricavare gli altri prodotti caseari lavorandoli nel caseificio della stalla».

Insomma un ritorno a ciò che è stata fino a circa vent’anni fa la Latteria di Cortina: una società cooperativa che ora è solo negozio di vendita, ma che allora raccoglieva il latte degli associati e lo lavorava nel proprio caseificio vendendo poi i prodotti. «Con la Latteria e con la Cooperativa di Cortina abbiamo già parlato, e sarebbero disposti ad acquistare i nostri prodotti, se fatti bene», anticipa Degasper, «ma su questo sto lavorando da tempo, puntando a rendere tutti i nostri pascoli con il marchio biologico; sarebbe il primo territorio in Italia». —

Marina menardi

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