Sputò alla penitenziaria ma non è più punibile
BELLUNO. Voleva più terapia. E siccome non gliela davano, il detenuto marocchino Ismail Yachou se l’è presa con gli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Baldenich. Ne ha minacciato uno, gridandogli «ti ammazzo» e ha sputato in faccia a un altro, provocandogli più fastidio che bruciore. Portato a processo per resistenza a pubblico ufficiale, ha rimediato una sentenza di non doversi procedere dal giudice Angela Feletto, perché il difensore Liuba D’Agostini ha ricordato che l’uomo era stato espulso dal territorio dello Stato, prima che il processo venisse incardinato. Il pubblico ministero Rossi ha dovuto regolarsi di conseguenza: la sentenza era diventata scontata.
Proprio nel carcere cittadino, il marocchino Yachou si era radicalizzato dal punto di vista religioso. Simpatie per gli atti terroristici dell’Is, in particolare dopo l’attentato al mercatino di Natale di Berlino del 19 dicembre 2016, nel quale Anis Amri ha provocato 12 morti e 56 feriti, travolgendoli con un camion. Il ricercato venne ucciso dalla polizia italiana, pochi giorni dopo, a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Yachou è stato espulso l’8 dicembre 2017 e il giudice di pace di Belluno ha respinto il ricorso contro il decreto di espulsione firmato dal prefetto Francesco Esposito.
È un uomo libero in Marocco, ma non può tornare a curarsi in Italia, anzi deve stare per cinque anni lontano dall’area Schengen. –
G.S.
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