«Speriamo che tornino. Noi li aspettiamo»
Preoccupazione di familiari e datori di lavoro. Uno è calciatore
DOMEGGE.
Una domanda corre sulla bocca di molti: come mai l'allarme è stato dato solo ieri mattina, quando erano già trascorse molte ore dal mancato ritorno dei due ragazzi? Una prima risposta viene fornita dallo zio di Stefano, che gestisce il Bar Novo a Domegge, Osvaldo Da Vià. «Già nel tardo pomeriggio di giovedì la famiglia aveva preso in considerazione la possibilità di lanciare l'allarme, ma quando uno di noi è andato in caserma dei carabinieri di Pelos, ha trovato chiuso. Così tutto è stato rimandato a venerdì mattina, quando è stato dato l'allarme e l'apparato si è messo in moto. Anche per noi esiste ancora la speranza che Stefano ed Ernesto siano vivi, anche se conoscendo bene la situazione, sono piuttosto pessimista. Di Ernesto, che lavora nel panificio qui di fronte, non posso dire altro che è un bravo ragazzo, che lavora e che però quando c'è da divertirsi non si tira indietro. Di mio nipote Stefano, posso solo dire che attualmente è occupato in una fabbrica a Valle, ma in questo momento è a casa perché non c'è molto lavoro. E' un bravo ragazzo, forse un po' difficile, ma chi non lo è a vent'anni? Mi auguro solo, ha concluso, che tutto si risolva per il meglio e che possa vederlo di nuovo nel mio bar». Un po' di pessimismo anche nei due titolari del Panificio Siciliano, dove lavora Ernesto che è di origine pervuviana. «Lavora da noi la oltre cinque anni», spiega la proprietaria. «E' sempre stato molto puntuale e quando giovedì alle 23, ora d'inizio del suo turno, non si è presentato, abbiamo capito che qualcosa non andava. Aveva avuto due giorni di riposo ed avrebbe dovuto ritornare giovedì sera. Questa sera (ieri sera, ndr), alle undici ci sarà la prova del nove: mi auguro che si presenti e che dica: sono qua. Per noi sarebbe una liberazione ed una grande gioia». Preoccupa anche il fatto che sembra non abbiano preso i giubbetti di salvataggio insieme alle canoe. «Domenica», ha affermato Noè Salvalaggio, «ad un turista che da qualche giorno è fermo con il camper proprio a Cologna, è successo che una canoa si è rovesciata, proprio come si vede nei film. Il guidatore, non riusciva a dare il colpo di reni per far raddrizzare la canoa. E' stato fortunato perché tre turisti di passaggio si sono fermati ed uno di loro è sceso in acqua nuotando e lo ha salvato. Potrebbe essere successa la stessa cosa». Ernesto Chavez Morales gioca anche a calcio, nel Domegge di Terza categoria, compatibilmente con i suoi impegni di panettiere. Classe 1988, è tesserato ormai da un po' di tempo, anche se non è che abbia giocato sempre, nell'ultimo campionato provinciale: «Sta un po' per conto proprio - spiega il presidente azzurro Marco Castellani - non è che abbia fatto tanto gruppo con i compagni, tuttavia lo conosciamo come un buon ragazzo, che non è mai mancato quando ne ha avuto la possibilità. Naturale, non fa un lavoro semplice per cui è capitato di non vederlo per qualche allenamento e, di conseguenza, qualche partita». Nel gruppo dei giocatori, naturalmente, se ne parla e non si nascondono le preoccupazioni: «Non ne abbiamo notizie da mercoledì sera, normale stare in pena. Non sapevo nemmeno che avesse questa passione per la canoa e non mi risulta nemmeno che sapesse nuotare. Né lui né il suo compagno d'avventura. Le notizie si fermano a Vallesella, dopo che i due avevano lasciato il bar Vecchio di Domegge. Da quella sera, non abbiamo più saputo nulla». (v.d. e g.s.)
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