Spedisce le sue foto a luci rosse e viene ricattata per 5 mila euro
QUERO VAS. Foto hard, tentata estorsione da 5 mila euro. La vittima è una donna di Quero conosciuta sui social network, che si è vista chiedere i soldi, altrimenti i file a luci rosse sarebbero stati mandati al marito e al datore di lavoro e diffusi in rete. “Filippo” è lo pseudonimo del veneziano di Carpenedo di origini napoletane, che ieri ha patteggiato due anni di reclusione e 700 euro di multa con la condizionale, oltre al pagamento delle spese di costituzione di parte civile della vittima (con l’avvocato Stefano Bettiol).
Un’altra donna, considerata la complice di Filippo, è stata invece rinviata a giudizio e ha scelto di essere giudicata con il rito abbreviato, condizionato alla produzione di alcuni documenti relativi alle sue condizioni psicofisiche nel periodo successivo ai fatti contestati. Tra le carte, ci sono i certificati di ricovero nel reparto di Psichiatria. Il gup Montalto ha rinviato al 10 gennaio per l’abbreviato, nel quale sarà sentita l’imputata, mentre il rito non prevede testimoni e si svolgerà tutto sulle carte del pubblico ministero D’Orlando.
La vicenda è del febbraio dell’anno scorso. L’imputato e la vittima si conoscono sui social network, tra Facebook e WhatsApp e non parlano certo di sport o di vacanze. Lui si fa chiamare “Filippo” e comincia a corteggiare la donna, che dal canto suo è già impegnata sentimentalmente. Si guadagna a tal punto la sua fiducia da riuscire a farsi mandare delle fotografie hard. Lanciato l’amo, con tanto di esca, la donna ha abboccato e qui sono cominciati i suoi guai e non solo sul piano coniugale. Entra in scena anche una complice di Filippo e i due minacciano la vittima di diffondere le foto compromettenti al marito e al datore di lavoro. Per non farlo, chiedono in cambio 5 mila euro, ma non in contanti. Arrivano a indicare, prima a lei e poi al coniuge, una carta Postepay nella quale effettuare il versamento.
Il ricatto non va a buon fine, perché la vittima va a denunciare tutto alle forze di polizia. Una denuncia che porta al procedimento penale, nel quale i due indagati erano difesi dall’avvocato Lara Favero. Nell’udienza preliminare di ieri mattina il legale si era inizialmente opposto alla costituzione di parte civile con una eccezione che però è stata respinta dal gup. Poi “Filippo” ha patteggiato i due anni mentre la complice sarà giudicata con il rito alternativo che, in caso di condanna, le garantirà lo sconto di un terzo secco della pena.
Le vittime della tentata estorsione chiederanno un risarcimento per la sofferenza psicologica, che hanno dovuto sopportare per la minaccia di diffusione della foto dal contenuto erotico. Il rapporto coniugale è entrato in crisi. La vicenda si concluderà all’inizio dell’anno nuovo, quando arriverà anche la seconda sentenza.
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