Sparite cinque slot al bar Ponte Serra

LAMON. Hanno agito nella notte senza farsi alcuno scrupolo e dopo essere entrati nel locale hanno portato via tre slot machine e due apparecchi cambiamontete. È di svariate migliaia di euro il bottino del colpo messo a segno al bar Ponte Serra, all’ingresso del territorio comunale di Lamon. I ladri sono riusciti a trafugare gli apparecchi, riuscendo ad eludere qualsiasi controllo e dopo averli caricati presumibilmente su un furgone si sono diretti verso Col Falcon dove li hanno abbandonati, dopo averli sventrati per impossessarsi del ricco contenuto in monete.

Difficile fare un conto preciso, in quanto solo la ditta che fornisce gli apparecchi può fare un controllo ed avere un riscontro. Di norma ogni macchinetta rende almeno mille, millecinquecento euro per cui è ipotizzabile che tra videopoker e cambia monete, i ladri abbiano messo le mani su almeno sei, settemila euro. Il proprietario del bar ha scoperto il furto solo ieri mattina, quando si è recato per aprire il locale. È bastata un’occhiata per capire che i ladri gli avevano fatto visita. Immediata la chiamata ai carabinieri e sul posto si è recata la pattuglia della stazione di Santa Giustina per cercare qualche indizio. Il ritrovamento degli apparecchi ha consentito ai militari di eseguire ulteriori rilievi. Solo nei prossimi giorni sarà possibile verificare se qualche traccia utile è stata rintracciata. Resta da capire se la banda che ha colpito al bar Ponte Serra è la stessa che la notte precedente aveva colpito al bar di Remo Corona nel centro commerciale della Fenadora.

La scelta di liberarsi delle macchinette a Col Falcon potrebbe far propendere per una banda che in ogni caso conosce il territorio. I ladri una volta entrati nel locale hanno evidentemente lasciato delle vedette a distanza di sicurezza per segnalare l’eventuale presenza di forse dell’ordine. Malgrado la grande vetrata del bar che dà direttamente sulla strada del Passo Rolle i malviventi sono riusciti a portare fuori dal locale i cinque apparecchi per poi fare perdere le loro tracce.

Roberto Curto