Sparisce la pelliccia da una boutique: tre serbi a processo

CORTINA. Sparita una pelliccia dalla boutique. Chiuse le indagini su quattro cittadini serbi, che all’epoca dei fatti erano residenti a Monza e, proprio dalla Brianza, sono saliti tra le Dolomiti....
Di Gigi Sosso
09/12/2016 Roma, la Polizia di Stato sul luogo del ritrovamento di un cadavere di donna di origine asiatica in via Guglielmo Sansoni a Tor Sapienza
09/12/2016 Roma, la Polizia di Stato sul luogo del ritrovamento di un cadavere di donna di origine asiatica in via Guglielmo Sansoni a Tor Sapienza

CORTINA. Sparita una pelliccia dalla boutique. Chiuse le indagini su quattro cittadini serbi, che all’epoca dei fatti erano residenti a Monza e, proprio dalla Brianza, sono saliti tra le Dolomiti. Gli accertamenti da parte della polizia del Commissariato di Cortina sono stati complicati e qualcuno degli indagati sarebbe riuscito a rendersi irreperibile. L’avviso di fine indagini c’è, quello che ancora manca è il decreto di citazione a giudizio per furto aggravato a carico del capofamiglia H.M. di 59 anni; della moglie M.M. di 56 e del figlio H.S. di 29. Anche la figlia più piccola risulta coinvolta nei fatti, ma all’epoca aveva meno di 14 anni e pertanto non è punibile. Nemmeno dal Tribunale dei minori di Venezia.

La vicenda è un po’ datata, considerato che risale all’estate del 2012. Era il 23 agosto, quando la titolare di un importante negozio di abbigliamento di corso Italia si è accorta che un capo particolarmente prezioso non c’era più, mentre stava facendo il solito inventario serale: a mancare una pelliccia del valore di 12 mila euro. Subito dopo aveva notato che nascoste all’interno di borsa in vendita c’erano le tre placche antitaccheggio, oltre all’attaccapanni con la quale il capo era stato esposto al pubblico. La donna è andata a denunciare il furto al commissariato. Gli agenti hanno potuto contare sui suoi ricordi, oltre che sulle telecamere dell’impianto di videsorveglianza, per risalire ai possibili autori del furto. Le stesse persone, che nel 2009 avevano colpito in un altro negozio della zona, usando un metodo per niente sofisticato: tre componenti della famiglia arrivata in Italia dall’ex Jogoslavia si erano messi davanti alla pelliccia da rubare e la quarta si è data da fare per portarla via, dopo averla liberata dei dispositivi che fanno scatenare le sirene prima dell’uscita.

Individuata con certezza la macchina utilizzata per la fuga: una Mercedes intestata a H.M., 54 anni, residente a Monza. L’ufficio anagrafe brianzolo è stato interpellato in un secondo momento per i cartellini identificativi e si è scoperto che i familiari dell’uomo corrispondevano esattamente ai sospettati immortalati nelle immagini delle telecamere. Il cerchio si è chiuso completamente con il loro certificato soggiorno in un albergo di Cortina, proprio il giorno del furto.

Le indagini hanno richiesto un certo periodo di tempo, ma ormai non dovrebbe più mancare molto alla celebrazione del processo, dopo che la procura della Repubblica ha dichiarato chiuse le indagini. L’unico avvocato bellunese impegnato nella loro difesa è Alberto Fascina.

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