Soddisfatti a Colderù «La nostra uva è bella e rigogliosa»

BORGO VALBELLUNA

La prima vendemmia dell’era Covid-19 è appena terminata nel Lentiaiese. Accade a Colderù, dove l’azienda agricola “Pian di Colle” di Chiara Perotto ha terminato la raccolta dell’uva a 468 metri di altitudine. Le vigne in questione si estendono su un piccolo appezzamento di quasi due ettari. A questa altezza il clima rende il lavoro molto più intenso che da altre parti, perché la vendemmia è solo il prodotto finale di un lungo procedimento che parte mesi prima dalla potatura delle viti e che passa attraverso i trattamenti, l’innaffiamento e via dicendo.

«La vendemmia ci soddisfa», racconta Chiara Perotto, «perché l’uva era bella e rigogliosa, con un buon grado zuccherino. Un po’ per il bel tempo, un po’ per la zona che fortunatamente è fertile e adatta alla coltivazione, abbiamo registrato un incremento rispetto allo scorso anno, per cui non possiamo lamentarci. Il terreno si estende su circa 18 mila metri quadrati. La nostra è una produzione fatta in casa, per cui operiamo secondo i criteri dell’agricoltura biologica».

Il rispetto verso la terra è al primo posto per questa azienda a conduzione famigliare, il cui fine è far sì che i vini traducano le peculiarità del territorio: la natura, gli spazi aperti. «Il lockwdown è stato difficile per tutti», spiega, «anche se per noi contadini meno. Essendo il periodo della potatura pre vendemmia c’era lavoro nei campi e lo potevo fare. E ho avuto anche la fortuna di portarci i miei figli, che non hanno passato tutto il tempo chiusi in casa. Purtroppo ho venduto poco, perché mancava il contatto diretto con il cliente e con i locali che rifornivamo. Con la riapertura si è smossa un po’ la situazione e ora cerchiamo di rimetterci in moto».

«Proseguiamo la vendemmia ormai dal 2014», prosegue Perotto, «quando avevamo scelto di diventare azienda agricola. Il primo vigneto a Colderù lo avevamo piantato nel 2008 con Veneto Agricoltura, ed era sostanzialmente sperimentale. Ci era poi stata data la possibilità di mettere a dimora un migliaio di piante di diverse varietà: non siamo nati subito come azienda agricola, perché sia io che il mio compagno avevamo altri lavori che ci occupavano a tempo pieno. Solo sei anni fa abbiamo assunto l’attuale denominazione, decidendo di intraprendere il cammino che ci ha portato fino ad oggi. Le prime bottiglie sono uscite nel 2015». –

Dante Damin

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