Smercia titoli Usa per 500 milioni Lampis smascherato anche a Belluno

L’ingegnere guaritore era finito più volte a Striscia la Notizia Tentò di incassare i certificati in città, ma fu denunciato 



Titoli di Stato del 1934, frutto di un paventato debito di guerra tra Usa e Filippine in epoca di secondo conflitto mondiale: 500 milioni di dollari che sembravano emessi dalla Federal reserve Bank of Cleveland, in cambio di 7.500 tonnellate metriche di oro, prestito di guerra del paese asiatico.

Li voleva magicamente cambiare in provincia, Rinaldo Lampis, marchigiano residente nel Vicentino, noto ingegnere “guaritore” smascherato più volte, in passato da Striscia la Notizia e scrittore ferrato sulle energie invisibili dell’uomo.

Due anni fa Lampis si presentò in uno studio legale e nel più noto studio di commercialisti della città per provare a fare l’affare: ritirare quei 500 milioni facendo leva sull’istituto per il rientro dei capitali dall’estero.

I titoli erano scaduti dopo oltre trent’anni (attorno al 1967), Lampis lo sapeva, ma cercava un legale o un commercialista per capire se avesse potuto incassarne almeno una parte. Sosteneva fossero stati ereditati dalla compagna, filippina, figlia di un ammiraglio della Marina del Paese asiatico.

Il primo studio legale contattato annuso l’inganno dietro quella richiesta e segnalò il problema ai carabinieri del nucleo investigativo della Compagnia di Belluno, coordinato dal maggiore Marco Stabile: alla fine dell’inchiesta, coordinata dalla procura, i titoli sono risultati falsi, seppure ben fatti. Lampis ha rimediato una denuncia per l’ipotesi di reato di spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate. Ora è sotto processo in contumacia, in quanto le ultime notizie lo danno in Indonesia, con la compagna originaria del luogo, a occuparsi di guarigioni.

In Italia gli è andata anche bene: quando tentò la stessa operazione in Svizzera, nel 2010, presentandosi all’Unione banche elvetiche, fu arrestato e tenuto dentro qualche giorno. Il titolo da un milione di euro presentato dall’uomo fu sequestrato.

Lo studio di commercialisti che Lampis voleva ingaggiare in seconda battuta, “per provare a vedere se fosse possibile incassare qualcosa”, contattato dai carabinieri, confermò la data di un incontro calendarizzato col marchigiano per studiare il caso. Il commercialista spiegò anche di essere stato chiamato da un collega e di non aver mai visto i titoli. L’incontro ci fu a Belluno, ma Lampis all’uscita trovò i carabinieri che gli chiesero lumi sui documenti che aveva con sè. Il 75enne, infatti, andava in giro con il suo “gruzzolo” stipato tutto in uno zaino e disse di ritenerli veri: l’unico dubbio era sulla loro scadenza di vita, essendo stati emessi nel 1934 per la durata di 33 anni. E il fatto che nel 2010 cercò di cambiarne uno per 1 milione in Svizzera e che fu arrestato per soli quattro giorni (e multato), secondo Lampis ne testimoniavano la regolarità.

I carabinieri andarono di pari passo con gli accertamenti chiesti alle autorità statunitensi: perizie e analisi hanno dimostrato che i titoli sono fasulli, così il microfilm. Nel frattempo Lampis era tornato nelle Filippine per i suoi impegni con i guaritori. —

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