Si lancia dal ponte Cadore e atterra sulle piante

pERAROLO. Si aggrappa alla rete esterna del ponte Cadore, fa una decina di metri verso il centro, verso il baratro e si lascia cadere. È stata portata in prognosi riservata all’ospedale di Trento una quarantasettenne di Belluno che ieri mattina ha tentato di togliersi la vita: un volo di venti o trenta metri dal ponte Cadore, all’alba, attutito dalle fronde degli alberi di sotto. Politrauma ma cosciente al momento del recupero: la diagnosi definitiva parla infatti trenta giorni di prognosi. Una miracolata.
«Ho cercato in tutti i modi di farla desistere, insieme alle altre squadre e allo psicologo, ma non c’è stato niente da fare: ha mollato la presa davanti ai miei occhi. Ho cercato di interagire con lei ma era poco collaborativa».
Il vigile del fuoco del distaccamento di Pieve di Cadore che ieri dalle 5 ha cercato un dialogo con la donna, è ancora sotto choc: negli occhi, lo sguardo sbarrato della donna. «Si è lanciata nel vuoto, con gli occhi sbarrati», spiega. «Non sono riuscito a fermarla, benchè fossi l’unico con cui ha iniziato a parlare, prima dell’arrivo dello psicologo. Ma si vedeva che non ci ascoltava».
Sono le cinque del mattino quando i vigili del fuoco vengono chiamati per l’intervento insieme con i carabinieri di Cortina e di Pieve di Cadore, e con i sanitari. La donna di 47 anni circa, era arrivata fin sul ponte da Belluno. Ha parcheggiato la sua auto, ha imboccato l’attacco della struttura, ha scavalcato le protezioni e ha fatto qualche metro in direzione del versante più alto, verso il centro del ponte.
Accusava una situazione difficile da molto tempo e i problemi l’hanno evidentemente indotta a decidere che la vita non valeva la pena di essere vissuta. A nulla sono valsi suggerimenti e inviti delle persone intervenute. Una ringhiera in quella estenuante trattativa ha separato la vita e la morte: la quarantenne aggrappata dal lato del baratro, e quel vigile del fuoco che ha speso anima e parole per farla desistere. Un momento drammatico che anche tutti i sanitari e quanti sono stati chiamati a intervenire, non sono riusciti a riavvolgere, a fermare. Il salto è stato di decine di metri: venti, forse trenta. La bellunese è stata salvata dalle piante: gli alberi hanno attutito l’impatto. Recuperata e imbarellata, è stata riportata in strada e trattata in un primo momento in ambulanza. Sul ponte Cadore era atterrato anche l’elicottero 118 che l’avrebbe trasferita all’ospedale di Trento. Ore di apprensione per tutti: molti gli automobilisti che hanno vissuto la delicata situazione, bloccati nel traffico. Quasi tre ore di lavoro per le squadre. —
Cri.Co.
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