Servizi domiciliare e assistenza: il nuovo sportello dà risposte

Foto di gruppo per i partecipanti all’iniziativa
Foto di gruppo per i partecipanti all’iniziativa
 S. STEFANO DI CADORE.
La nuova sede dello sportello dei servizi sociali è in via Federa 11 a S. Stefano, dietro alla casa di riposo dove operano le assistenti sociali Valentina Baiolla e Chiara De Monte.  I Comuni, titolari del settore sociale, hanno delegato le prestazioni alle Comunità montane, queste le hanno date in appalto alla cooperativa sociale "Le Valli", che lavora con i suoi professionisti sul campo.  I servizi erogati sul territorio del Comelico e Sappada si concretizzano nel servizio sociale professionale che, analizzati i bisogni individuali della persona, programma gli interventi sul singolo e sul nucleo famigliare; possono essere prospettate soluzioni a domicilio o residenziali. C'è anche il servizio di assistenza domiciliare che, sempre concordato dall'assistente sociale con la famiglia, può coinvolgere altre figure professionali di riferimento e consiste nell'assicurare a ogni persona di vivere nella propria abitazione, fornendole ausilio per igiene personale, aiuti domestici, consegna di pasti a domicilio e sostegno relazionale.  «Ad oggi» spiega Valentina Baiolla, assistente sociale in forza allo sportello di Santo Stefano e responsabile dell'area Cadore (quindi dell'erogazione dei servizi in Comelico, a Sappada, in Cadore e Val Boite), «il servizio domiciliare è attivo dal lunedì al venerdì e per i pasti del sabato. Tre sono i nostri operatori attivi sul territorio, perché abbiamo tre mezzi disponibili: due della Cm e uno in comodato d'uso dell'Usl. Sicuramente prospettare un'attivazione 7 giorni su 7, come esiste altrove, agevolerebbe molto in nostro lavoro», aggiunge sorridendo la dottoressa Baiolla. «Un altro servizio che ha preso piede e si è rivelato efficace nella nostra zona è il trasporto porta a porta. Nasce dalla collaborazione con l'associazione di volontariato "Il Girasole", nata da tre anni e mezzo, che è composta da una ventina di volontari per il trasposto e di una decina in servizio nella casa di riposo Giovanni Paolo II. Previa valutazione da parte di noi assistenti sociali, anziani e disabili privi di una rete famigliare di supporto, possono richiedere d'essere accompagnati agli ospedali del territorio per visite e terapie. L'azione favorisce anche la socializzazione e la partecipazione ad attività ricreative, come la frequenza ai centri diurni o la partecipazione a gite. Le richieste di attivazione di questo servizio», precisa Baiolla, «ad oggi sono circa 130 e sono in aumento, soprattutto nei paesi alti».  «Recentemente», conclude, «abbiamo attivato anche un servizio di prestito di ausili, dopo aver ricevuto in dono cinque letti. In genere è l'Usl che si occupa di queste pratiche, ma ci siamo resi conto che i tempi sono lunghi e alla necessità di aiuti di questo tipo è essenziale dare una risposta la più immediata possibile».

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