Servizi alla persona Lentiai fuori dall’azienda
L’amministrazione Vello si tira fuori dalla realtà consortile: «Meglio la fusione» La minoranza attacca: «Un salto nel buio. E il personale che sta in casa di riposo?»

- Il sindaco di Lentiai Armando Vello felice per il punteggio del Sole 24 ore
LENTIAI. Il consiglio comunale presieduto dal sindaco Armando Vello ha decretato l’uscita del comune di Lentiai dall’azienda consortile servizi alla persona di Feltre. Solo una settimana fa il primo cittadino aveva negato l’intenzione dell’amministrazione di uscire dall’azienda feltrina. «La motivazione di tale recesso», spiega Vello «va imputata a scelte di carattere politico». Il sindaco ha ricordato che è stato ritenuto opportuno “convenzionare il più possibile istituti e servizi” che possano così portare alla fusione con altri enti amministrativi, cioè con il Comune di Mel.
Dura la replica della minoranza, che con il consigliere Alex De Boni ha sottolineato che le motivazioni politiche sono in minima parte vere, anche perché «la fusione con Mel è per ora solo un atto di intenti» e che «i veri motivi del distacco dall’azienda feltrina sono ben altri».
Il consigliere ha poi rivolto al sindaco domande relative alla data in cui termineranno i lavori in casa di riposo, alla gestione del personale lì presente ma che è alle dipendenze dell’azienda feltrina e infine sul destino degli ospiti della casa di riposo, vista la situazione poco chiara. L’altro consigliere di minoranza, Gino Pasqualotto ha rincarato la dose affermando che l’uscita di Lentiai dall’azienda feltrina è un “salto nel buio” ed una “partita pericolosa”: «Sarà una trattativa che costerà parecchio in termini economici ai contribuenti di Lentiai». Pasqualotto ha ricordato a Vello che il servizio dell’Essepiuno viene sì condiviso, ma tra i soli comuni di Mel e Trichiana, escludendo di fatto l’ente amministrativo di Lentiai. Il consigliere, imitando De Boni ha poi chiesto al sindaco: «Cosa intende fare delle rette della casa di riposo?», specificando che l’azienda feltrina aveva di recente parlato di aumento dei costi di gestione relativi alla struttura.
La risposta di Vello: «La minoranza, anziché usare il buon senso è sempre contraria a qualsiasi scelta venga fatta. Rimanere all’interno dell’azienda feltrina aveva i suoi costi». E sulle rette ha affermato che «sono ferme da tempo e verranno prese in esame al momento opportuno», aggiungendo che i motivi per cui la minoranza si è scagliata in questo modo contro di lui sono legati a “strane alleanze”: «Non ci sono mai state fratture personali con l’ente feltrino», ha chiarito Vello «la rescissione è avvenuta in maniera consensuale. Noi trattiamo. Non siamo in guerra con nessuno. I lavori in casa di riposo dovevano finire a novembre, ma sono andati a rilento per motivi burocratici». E sulla fusione dice: «Va fatta in tempi stretti».
Non soddisfatta si è dichiarata la minoranza che ha ribadito la mancanza di risposte, con Vello che ha sottolineato gli «atteggiamenti strumentali e in mala fede della minoranza, con la quale è stata fatta una riunione fuori consiglio, per stabilire con l’ufficio tecnico le sorti di alcuni aspetti sulla casa di riposo».
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