Sequestrati dieci immobili e la quota di un albergo

BELLUNO. Povera Cortina. Da un sequestro all’altro. Non bastavano gli appartamenti finiti nel mirino della Guardia di Finanza di Treviso.
L’altro ieri nella conca ampezzana si sono mossi anche i Finanzieri di Belluno e di Cortina su mandato della procura della repubblica di Bari.
Ancora una volta nel mirino sono finiti degli appartamenti, i relativi garage e perfino le quote di un albergo. Il valore del sequestro è di 3 milioni di euro. Sono stati apposti i sigilli a due appartamenti in Corso Italia, una casa in via Faloria con posto auto e le quote di proprietà dell’immobile che ospita un albergo del centro cortinese.
Tutto fa capo, secondo la procura di Bari, ai fratelli Alviero e Erasmo Antro (quest’ultimo vice presidente della Camera di Commercio di Bari), amministratori del Consorzio Sigi che si occupava della manutenzione stradale per conto della Provincia di Bari. I due sono accusati di truffa ai danni dell’ente e di falso in atto pubblico.
I finanzieri pugliesi hanno arrestato i due imprenditori, che sono già agli arresti domiciliari e hanno messo sotto sequestro i loro beni per un totale di venti milioni di euro.
Tra i beni che sono stati sequestrati, ci sono gli appartamenti di Cortina ma anche ville a Rosa Marina e in Costa Smeralda.
Secondo l’accusa tutto prende le mosse dopo che nel 2007 Erasmo e Alviero Antro si sono aggiudicati l’appalto dei lavori per la manutenzione della rete stradale della provincia di Bari per un importo di tre milioni di euro all’anno.
Il via alle indagini viene dato anche dal presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli che all’atto del suo insediamento aveva riscontrato delle irregolarità negli atti di pagamento.
A settembre dello scorso anno, il dirigente del servizio di viabilità e trasporti della Provincia decide di rivolgersi alla Procura per evidenziare una serie di irregolarità nella gestione dell’appalto affidato alla Sigi. Accuse che tre mesi dopo vengono ribadite dal presidente della Provincia.
Uno dei primi atti compiuti dalla Finanza è stato il sequestro preventivo di beni immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati e alle loro famiglie per venti milioni di euro: 62 immobili, la maggior parte a Bari, ma anche a Roma, in varie località turistiche italiane, soprattutto in zone di mare, e a Cortina d’Ampezzo.
La Guardia di Finanza di Cortina ha effettuato i relativi controlli al Tavolare, individuando le particelle catastali e notificando il sequestro degli immobili ampezzani.
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