Sepolta Elda Losso, la partigiana amica di Tina Anselmi
PIEVE DI CADORE. E’ stata sepolta venerdì nel cimitero di Nebbiù, Edda Losso Settin, l'amica di Tina Anselmi, ultima staffetta partigiana. Ora riposa nel paese dove ha vissuto dagli anni ’50. E’ stato un addio commovente, ma non triste, perfettamente in linea con il suo carattere e con il suo modo di vivere. Elda Losso era nata nel 1929 a Codissago, e si era trasferita nel paese cadorino subito dopo la fine del conflitto. Insieme al marito Antonio, in pochi anni costruì una famiglia numerosa: 5 figli, dei quali uno morì poco dopo la nascita. La sua casa è sempre stata un "porto di mare", dove chiunque avesse bisogno trovava sempre un sostegno, tanto che la sua famiglia non respinse mai una persona in difficoltà, arrivando ad accogliere per molti anni anche un figlio in affidamento. Elda Losso rimase vedova negli anni ’80, ma ciò non comportò un cambiamento nella conduzione della famiglia. Pur vivendo a 25 chilometri da Codissago, non tagliò mai i rapporti con il suo paese di nascita: era parte attiva e concreta anche nella Famiglia dei Zattieri del Piave. Con quest’associazione partecipò a numerose spedizioni dimostrative anche in Paesi esteri. Il volontariato e la vita per gli altri sono sempre stati il suo vangelo. Incominciò presto, ancora quindicenne, a lottare contro i soprusi: già nel 1944, in piena guerra civile, quando conobbe Tina Anselmi, di due anni più anziana di lei. Entrarono entrambe nella Resistenza, quella vera, fatta di ideali e di voglia di riscatto e iniziarono insieme a portare messaggi ai partigiani sparsi nella zona di Castelfranco Veneto e nei paesi adiacenti, spingendosi fino nel Bellunese. «Eravamo molto accorte», raccontarono Tina e Edda durante l’ultimo incontro avvenuto 5 anni fa a Domegge, «tanto che il comando tedesco, non riuscendo a trovare i messaggi, decise di usare l’arma della paura e della dissuasione: ci obbligarono a seguire dei soldati che portavano sul luogo della fucilazione un gruppo di partigiani e ci fecero assistere alla loro morte. Benchè terrorizzate, continuammo a fare le staffette».
Di questi terribili fatti la famiglia di Edda non seppe mai nulla. Al termine della guerra, prima che Tina Anselmi costruisse la casetta a Colle Santa Lucia, le due amiche s’incontratono spesso a Nebbiù, dove l’Anselmi trascorse le ferie per alcuni anni.
Vittore Doro
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