Sensori a infrarossi in sala operatoria: aneurismi monitorati

L’innovazione sugli interventi alla aorta toraco-addominale:

la tecnologia non invasiva sbarca all’ospedale San Martino

Paola Dall’anese

Massima sicurezza per i pazienti affetti da aneurisma dell’aorta toraco-addominale grazie alla procedura Nirs. La tecnologia non invasiva denominata Nirs (Near Infrared Spectroscopy), adottata dall’unità operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Belluno diretta da Davide Mazzon permetterà, infatti, interventi di chirurgia endovascolare con la massima sicurezza per i malati. Questa metodica, già impiegata routinariamente negli interventi sulla carotide (centinaia all’anno), grazie all’impegno del dottor Roberto Pianon, è stata sperimentata nei giorni scorsi sul trattamento degli aneurismi della aorta toraco-addominale effettuato dalla équipe della Chirurgia Vascolare di Belluno diretta da Alessandro Irsara.

La Nirs si basa sull’emissione di fasci di infrarossi da sensori applicati sulla cute e permette di indagare l’apporto sanguigno nel settore esplorato. Si tratta di sensori che vengono applicati alla testa, nel caso di interventi alla carotide o nella schiena e al torace per interventi di aneurisma dell’aorta toraco-addominale, e che permettono di capire lo stato di ossigenazione dell’organo attraversato dall’infrarosso. «Un apporto adeguato di sangue al cervello o alle arterie vertebrali sono garanzia di sicurezza per la paziente e di un esito favorevole dell’intervento stesso», precisa il primario Mazzon che prosegue: «Nel nostro reparto i medici Cecconet, Carlin e Longi sono dedicati proprio alla chirurgia vascolare e quindi anche all’utilizzo di questa tecnica. Tecnica che in tempo reale, permette di intervenire subito qualora si rilevasse un afflusso inadeguato agli organi vitali del paziente. Questo impedisce di creare dei danni cerebrali o agli arti inferiori alla persona sottoposta all’intervento chirurgico».

La tecnica Nirs viene utilizzata non soltanto durante la seduta operatoria, ma «consentirà, inoltre, un più adeguato e costante controllo dello stato di perfusione midollare del paziente anche nel post-operatorio in Terapia Intensiva», ci tiene a precisare il direttore della Rianimazione del San Martino, Mazzon. Il quale parla di questa nuova tecnologia come di una frontiera importante per la medicina e soprattutto la chirurgia endovascolare «e una delle eredità che lascio prima di andare in pensione di cui vado particolarmente fiero».

Questi interventi chirurgici, comunque, vengono svolti in elezione, cioè si tratta di interventi programmati «anche perché è necessario che le protesi inserite nel paziente siano fatte su misura dei vasi arteriosi del malato».

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