Scritte hard sui muri contro una donna: feltrino in tribunale

DESTRA PIAVE. Scritte oscene sui muri. Vittima una donna di Santa Giustina, che ha dovuto rivolgersi a una psicoterapeuta. E per almeno due anni, ha viaggiato in macchina con un barattolo di vernice per coprire le scritte. Ma anche la figlia ha avuto contraccolpi psicologici, dopo averle viste dal bus di scuola con le compagne di classe. Tredici messaggi a sfondo sessuale per i quali il feltrino Massimo Pescador è a processo per diffamazione e deturpamento e imbrattamento.
I primi fatti risalgono al settembre 2012, davanti a una banca di Bribano e a una discoteca di Sedico: sopra nome e cognome e sotto l’offerta di una prestazione o un apprezzamento volgare. In quel periodo, la donna era in vacanza all’estero con il compagno, ma era stata avvertita e aveva immediatamente telefonato a un’amica, che dopo essere scoppiata a piangere per il turbamento, le aveva cancellate di persona. Pescador lavora di notte o di mattina presto e i reati sarebbero stati consumati proprio in quelle ore. La donna era talmente allarmata da arrivare a svegliare il convivente, affinché andasse in giro a verificare che non ne fossero apparse delle altre.
L’imputato (difeso dall’avvocato Antinucci) e la controparte si conoscevano fin dal 1992: per un breve periodo, si erano anche frequentati, pur senza avere una storia sentimentale. In seguito lei si è sposata con un altro e negli ultimi anni ha un nuovo compagno. In quel periodo, non mangiava e non dormiva più, oltre tutto si sentiva pedinata e aveva ricevuto delle lettere anonime. Ha avuto anche problemi fisici e psichiatrici, per i quali ha dovuto affrontare spese non indifferenti per visite e farmaci, ecco perché si è costituita parte civile con De Vecchi. È stata depositata anche una consulenza della psicoterapeuta di fiducia, che contiene anche la diagnosi: disturbo post traumatico da stress cronico.
Il giudice Riposati ha rinviato a ottobre per chiudere la fase istruttoria e passare alla discussione, poi la sentenza.
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