Scontro sulla guida del Gal Alto Bellunese Ultimatum della Camera di Commercio

Dopo le dimissioni del sindaco di Vallada, il presidente Pozza intima a Da Deppo di risolvere la crisi o farsi da parte 

la polemica

«O Da Deppo riesce a trovare la quadra o deve farsi da parte». Cresce il fronte nato in Agordino di quanti ritengono che la presenza di Flaminio Da Deppo alla guida del Gal Alto Bellunese non sia un totem insindacabile.

Dopo le prese di posizione del Consorzio Bim Piave, dell’Unione montana agordina, dell’Unione montana Centro Cadore che avevano chiesto, inascoltati, di rinviare le elezioni del presidente e dell’ufficio di presidenza dell’associazione per riuscire a convincere i soci della necessità di un cambio di passo dopo 25 anni ininterrotti di guida Da Deppo, ora tocca al presidente della Camera di commercio di Belluno-Treviso, Mario Pozza.

Lo fa il giorno dopo che Fabio Luchetta, sindaco di Vallada e membro dell’ufficio di presidenza in quota Unione montana agordina fino al 7 luglio, ha spiegato il perché delle proprie dimissioni evidenziando come, nell’assemblea del 23 giugno, Da Deppo avesse proposto di sostituire, nell’ufficio di presidenza, l’Unione montana agordina con un altro socio pubblico come la Camera di commercio.

«Quando cinque anni fa sono diventato presidente della Camera di commercio», spiega Pozza, «l’ente non faceva parte del Gal Alto Bellunese, un’agenzia di sviluppo locale pensata in primis per l’agricoltura. Ho dunque proposto alla mia giunta di entrare a farne parte, convinto come sono che la Camera di commercio debba promuovere l’economia a 360 gradi. Avevo spiegato a De Deppo che volevamo dare il nostro contributo anche in prospettiva futura».

Un anno dopo l’ingresso della Camera di commercio si sono svolte le elezioni per il rinnovo del presidente e dell’ufficio di presidenza del Gal. «In quell’occasione ho detto a De Deppo che eravamo favorevoli a una sua riconferma», ricorda Pozza, «ma lo avevo invitato a preparare la successione, dicendogli anche che la Camera di commercio non è utile solo quando si deve votare, ma vuole essere un supporto attivo lungo tutto il mandato».

Un concetto che Pozza ha ripetuto a Da Deppo anche nel corso della scorsa primavera, nei mesi che hanno preceduto l’assemblea del 23 giugno. «Obiettivamente», dice Pozza, «il Gal ha lavorato bene da un punto di vista operativo, ma è mancata la preparazione della successione. Ho ribadito a De Deppo che se la Camera di commercio, ente che non arriva da Marte ma che è presente sul territorio, serve solo per dare un voto, era pronta a togliere il disturbo. Da Deppo mi ha spiegato che quello non poteva spostarlo, l’altro neanche, ma che avrebbe trovato una soluzione. Noi pensiamo che il Gal non sia un’associazione da lottizzare, ma che una rotazione all’interno dell’ufficio di presidenza possa essere ragionevole».

Fatto sta che Da Deppo – ieri contattato invano al telefono – la soluzione non l’ha trovata. O meglio: ha riconfermato assieme a se stesso (in rappresentanza della Magnifica Comunità di Cadore), Michele Nenz (Coldiretti), Cristina Seu (Confindustria), Raffaele De Diana (Confcommercio) e ha proposto l’ingresso nell’ufficio di presidenza della Camera di commercio al posto dell’Unione montana agordina.

«La proposta che avevamo fatto», dice Pozza in sintonia con quanto chiesto da Bim, Uma e Um Centro Cadore, «era di approvare il bilancio e di rinviare le elezioni di 15-20 giorni. Cosa che non è stata fatta. All’assemblea abbiamo votato per Da Deppo per evitare spaccature che comunque ci sono state lo stesso con i mal di pancia che la stampa ha messo in luce. Una situazione che non fa onore a De Deppo che deve capire che il ruolo pubblico ha un inizio e una fine, che tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile, che bisogna preparare la squadra e che il Gal deve lavorare con tutte le amministrazioni e non ci possono essere due a favore e due contro, perché a risentirne è il territorio bellunese».

«Un territorio», conclude Pozza, «che tante volte si lamenta della perdita delle istituzioni, ma poi non valorizza quello che ha. Vedo spesso un atteggiamento di chiusura e questo mi lascia l’amaro in bocca». —

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