Scontro al Tar sulla strada per la malga

ROCCA PIETORE. Il Tar riapre la strada per Malga Gran Pian, sospendendo un’ordinanza di chiusura del sindaco, e il gestore della malga chiede 50 mila euro di danni al Comune.
È polemica a Malga Ciapela per la decisione dell’amministrazione di vietare il transito ed il parcheggio sulla strada che porta alla Malga Gran Pian, nel tratto che parte dal ponte sul torrente Ru d’Arei fino all’inizio del ponte sul Ru d’Alberch. Circa ottocento metri di nastro d’asfalto che corre in mezzo a pascoli e boschi, attraversa il campeggio Malga Ciapela e porta fino alla Malga Gran Pian, punto di partenza per le escursioni al Passo Ombretta e nella zona sotto la parete sud della Marmolada.
La strada è da sempre aperta al traffico. Fino al 4 giugno scorso, quando l’amministrazione comunale di Rocca Pietore, con un’ordinanza sindacale, decide di vietare il transito ed il parcheggio di tutti i veicoli motorizzati nel tratto tra il Ru d’Arei e il Ru d’Alberch, con l’esclusione di alcune categorie di mezzi, come quelli di soccorso. Il provvedimento però viene impugnato da Gianni Miola, titolare dell’azienda agricola Miola di Agordo, che da decenni gestisce la malga, che avvia un ricorso al Tar per chiedere l’annullamento dell’ordinanza.
Carenza di motivazione, eccesso di potere e violazione di legge: questo quanto l’avvocato di Miola contesta al Comune. Il titolare dell’azienda agricola Miola, interpellato, non vuole commentare: «Ci pensano gli avvocati a tutelare i miei interessi», si limita a dire al telefono. Oltre che contro il Comune, il ricorso è stato presentato anche nei confronti della Dierre Group srl, la società con sede a Pozza di Fassa che ha rilevato la gestione del campeggio Malga Ciapela. Al Comune Miola chiede un maxi risarcimento: 50 mila euro per tutti i danni causati alla sua azienda dall’ordinanza del sindaco De Bernardin. Il ricorso è stato notificato al Comune l’11 luglio e già il giorno dopo il Tar ha comunicato di aver accolto, in via cautelativa, la richiesta dei ricorrenti ordinando la sospensione dell’ordinanza di chiusura della strada fino al 6 agosto, quando il ricorso verrà trattato dai giudici amministrativi.
Il Comune, ovviamente, non ci sta e si costituisce in giudizio. Intanto i divieti vengono tolti e la strada torna ad essere accessibile alle auto, che attraversano la tranquillità del campeggio Malga Ciapela. Una tranquillità che i gestori vogliono però a tutti i costi tutelare, come spiega il titolare della Dierre Group, Maurizio Delladio. «Siamo stati noi a chiedere al Comune di regolamentare il traffico in quel tratto di strada perché vogliamo liberare la Marmolada dall’inquinamento delle auto», spiega. «In più la nostra struttura ha avviato le pratiche per ottenere la certificazione ambientale. Già adesso ai nostri clienti chiediamo di non usarle all’interno del campeggio, che vorremmo diventasse un’oasi di pace. Abbiamo realizzato un’area con i pony e le caprette ed una passeggiata dove anziani e disabili possano camminare in tranquillità, senza il pericolo e l’inquinamento delle auto. Ad aprile abbiamo fatto una riunione anche con i gestori dei rifugi Fallier e Ombretta. Anche loro erano d’accordo di chiudere la strada. In fondo non ci perdono niente. Gli escusionisti devo fare solo 12 minuti in più a piedi. L’unico contrario era il gestore della malga, che tra l’altro ha in affitto dal Comune di Rocca. Non capisco. Basterebbe che si organizzasse con un pulmino e facesse pagare qualcosa in più ai clienti che vanno a cena. Da noi in Val di Fassa non c’è strada che porta ad una malga che non sia chiusa alle auto. Ed i gestori si sono organizzati».
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