Sciopero metalmeccanici nel Bellunese, alta l’adesione: 80% all’Epta Costan
I sindacati insieme ai lavoratori in presidio davanti alla sede di Confindustria. «Questo è l’inizio: se non si torna al tavolo altre saranno le iniziative di protesta che metteremo in campo».

Sciopero di otto ore partecipato stamattina, 13 gennaio, dei lavoratori del settore metalmeccanico della provincia di Belluno per rivendicare la piattaforma sindacale per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto.
Sfidando il freddo, alcune decine di tute blu dalle 10 sono state in sit in davanti alla sede di Confindustria Belluno.
«Chiediamo che si torni al tavolo della trattativa per rinnovare il contratto secondo la nostra piattaforma», dicono i referenti delle sigle sindacali di Fiom, Fim e Uilm. «Una piattaforma che rilancerebbe il settore visti alcuni punti innovativi che sono contenuti nelle nostre proposte. Per cui invitiamo i datori di lavoro riuniti in Federmeccanica a riavviare il tavolo. Noi ci siamo», hanno detto Stefano Bona, segretario della Fiom Cgil, Matteo Caregnato della Fim Cisl e Antonino Colombo della Uilm soddisfatti anche della partecipazione dei lavoratori all’astensione dal lavoro «che non sarà l’ultima qualora non si dovesse riattivare il confronto», annunciano i sindacati.
Intanto nelle fabbriche i primi dati di adesione che arrivano sono molto buoni: si parla di un’80% di scioperanti all’Epta Costan di Limana, e di un 60-70% anche in altre fabbriche del settore come la Sest di Limana.
Nel presidio anche lavoratori di aziende in crisi: dall’Edim Bosch alla Videndum fino all’ex Acc. «Siamo preoccupati per il nostro futuro: è incerta la sopravvivenza delle imprese per cui lavoriamo», commentano i dipendenti.
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